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About Turin: La tua guida alla citta' di Torino About Turin: your guide to the city of Turin
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Visitare Torino


Le Ambasciate della Torino Capitale
Come capitale del Regno sardo prima e del Regno italiano poi, Torino ospito le sedi delle Ambasciate di numerosi Paesi europei e non. Quando la capitale fu trasferita a Firenze alla citta rimasero i palazzi che ospitavano le ambasciate, tutti eleganti e severi, secondo lo stile architettonico torinese, tutti posti tra corso Vittorio Emanuele e piazza Castello, nell'area immediatamente adiacente ai simboli del potere dell'antica capitale.

Il nostro itinerario tra le antiche ambasciate partirá da piazza Carlo Felice 10, davanti alla stazione ferroviaria di Porta Nuova. Qui, in un edificio realizzato secondo i progetti dell'architetto Carlo Promis per la piazza della stazione, c'era l'ambasciata di Prussia; l'edificio risponde alle esigenze dell'architettura uniforme, che caratterizzo per secoli lo sviluppo della Contrada Nuova, il cui asse era l'odierna via Roma.

Continuiamo verso il Po, su corso Vittorio Emanuele, e nelle varie traverse incontrerete altre ambasciate.

Per prima, in via Rattazzi 7/9, l'ambasciata peruviana, che in realta oggi e riconoscibile solo sapendone l'indirizzo: il palazzo fu infatti ristrutturato molte volte e si nota solo per il fatto di essere il primo, sul corso Vittorio Emanuele, ad interrompere l'architettura uniforme caratteristica di quest'area del centro storico torinese.

In Via San Francesco di Paola 37 troviamo l'ambasciata di Svezia e Norvegia: era un edificio di gusto chiaramente neoclassico e destinato all'affitto, realizzato in un periodo particolarmente delicato, negli anni che segnano il ritorno dei Savoia dopo l'avventura di Napoleone Bonaparte.

Anche l'ambasciata di Porta Ottomana, l'odierna Turchia, si trovava in un edificio destinato all'affitto, sito in via Accademia Albertina 40: una palazzina di gusto neoclassico, di tre piani e con un asse di simmetria centrale.

Adesso incontriamo, in via San Massimo 53, l'ambasciata dei Paesi Bassi, che si distingueva per l'elegante architettura del palazzo, realizzato a cavallo degli anni 1840 e 1850 e caratterizzato da un ampio atrio ottogonale, con decorazioni in stucco e una fontana marmorea di gusto neorinascimentale.

Ormai siamo quasi sul Po, ma in via Mazzini 43 ci fermiamo di nuova davanti alla sede dell'ambasciata belga: l'edificio, a corte, risente del gusto francese, che anteponeva un cortile e i giardini al prospetto principale; la decorazione architettonica e neoclassica.


Ritornando verso via Accademia Albertina, in via Provana 7, si incontra l'antica sede dell'ambasciata di Spagna, posta in un edificio destinato all'affitto per l'alta borghesia: l'eleganza e sobria e rispetta i principi di simmetria tipici dell'Ottocento.

Proseguendo su via Mazzini e superata piazza Carlo Felice, ci fermiamo in corso Matteotti 13 ed osserviamo l'ambasciata del Brasile: posta in uno degli edifici da pigione piu belli della Seconda meta dell'Ottocento, fu progettata da Alessandro Antonelli (l'architetto della Mole) ed esalta la presenza di una griglia di pilastri e di colonne che all'interno reggono volte a vela in mattone, rispondendo alle teorie della Ecole Polythecnique.

Alle spalle di corso Matteotti, in via Gioia 4, si trovava l'ambasciata degli Stati Uniti.

Si torna verso piazza Carlo Felice per svoltare in direzione Duomo; in via XX settembre 48 c'e l'edificio che ospitava l'ambasciata del Portogallo e che e oggi stato completamente ristrutturato. L'ambasciata lusitana si trovava infatti in un palazzo dell'antica aristocrazia di corte, che aveva fatto a gara per assicurarsi i lotti della nascente Contrada Nuova e che aveva gareggiato per manifestare la propria ricchezza all'interno di quelle facciate che il potere assoluto dei sovrani voleva uniformi.

Continuando su via XX settembre si incrocia, dopo pochi passi, via Santa Teresa. Qui si trovavano le sedi delle ambasciate di Gran Bretagna e del Vaticano (all'angolo con via San Francesco d'Assisi).

L'edificio che ospitava l'ambasciata britannica, in via Santa Teresa, e stato demolito durante la ricostruzione fascista di via Roma. Attualmente e riconoscibile solo il luogo, che aveva comunque una sua importanza strategica: l'isolato era infatti il margine estremo della Torino romana prima dell'ampliamento della Contrada Nuova e si affaccia sulla splendida piazza San Carlo, una delle piu belle piazze europee, sede di giochi e meraviglie della dinastia sabauda.

All'angolo di via Maria Vittoria e di via San Francesco d'Assisi si trovava l'ambasciata vaticana presso i Savoia (anche se dopo il 1863 le relazioni tra l'Italia e la Santa Sede si interruppero). Anche di questa sede diplomatica e oggi riconoscibile solo il luogo: alla fine dell'Ottocento per motivi igienico-sanitari furono demoliti numerosi edifici del centro storico e si realizzo via Pietro Micca, ferita "diagonale'' della perfetta scacchiera romana.

In via Maria Vittoria 4, prosecuzione di via Santa Teresa dopo piazza San Carlo, si incontra, l'elegante palazzo Asinari di San Marzano, uno dei piu belli di Torino, che nell'Ottocento ospito anche l'Ambasciata di Francia.

Piu lontana, e decisamente fuori all'area scelta dagli altri Paesi per le proprie rappresentanze diplomatiche, in via Stampatori 4, c'era l'ambasciata di Russia, ospitata nel bel palazzo Scaglia di Verrua, caratterizzato da due splendidi cortili che oggi hanno perso parte dell'impronta originaria a causa dei numerosi rimaneggiamenti.



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I luoghi del Cinema
Torino e stata la prima capitale del cinema italiano: qui sono nate le prime case di produzione, qui si sono creati i primi divi della nascente cinematografia nostrana, qui sono stati girati i primi kolossal (ad esempio, qui nel 1914 e stato girato Cabiria, una delle prime grandi produzioni mondiali). Dopo la Prima Guerra Mondiale Torino ha perso il suo primato in favore di Roma e di Cinecitta, ma il legame privilegiato con il cinema non si e mai spento e Torino continua ad offrire i suoi diversi volti in numerose produzioni.

Un itinerario attraverso i luoghi del cinema non puo che partire dalla Mole Antonelliana, che da alcuni anni ospita il Museo Nazionale del Cinema, uno dei piu importanti d'Europa con le sue preziosissime collezioni del cosiddetto precinema e i suoi archivi

Lasciando la Mole Antonelliana raggiungiamo via Po, che e stata sfondo di numerosissimi film, da Le amiche di Michelangelo Antonioni, ai piu recenti Portami via e Un amore di Gian Luca Tavarelli a Preferisco il rumore del mare di Mimmo Calopresti e Cosi ridevano di Gianni Amelio. Percorrendo via Po si arriva al fiume, location indispensabile di numerose produzioni torinesi. E proprio lungo il Po che ogni autore illustra la propria immagine di Torino, offrendo mille interpretazioni di una citta mai uguale a se stessa. Si muovono lungo il Po, tra i Murazzi e la collina, le sartine de Le amiche, il film che nel 1955 Michelangelo Antonioni trasse dall'omonimo racconto di Cesare Pavese; ai trova sulle rive del fiume l'improbabile stabilimento balneare di Ogni lasciata e persa, il film di Piero Chiambretti che inventa una Torino surreale eppure affascinante; e intorno all'elegante corso Cairoli che si muovono alcuni dei protagonisti de La donna della domenica di Luigi Comencini; ed e ancora Po, in particolare Piazza Vittorio Veneto, in Preferisco il rumore del mare.

Superato il ponte e raggiunta la chiesa della Gran Madre di Dio ci si immerge negli scenari cari a Dario Argento, che descrivono una Torino inquietante; saranno i miti della citta magica che ritornano, mai a disagio nel cinema che gioca con la tensione e i turbamenti dello spettatore. Dietro la Gran Madre di Dio, in via Molino Colombini, si trova l'edificio trapezoidale di Nonhosonno; poco piu su, in Corso Giovanni Lanza 57, c'e Scott, famosa per Profondo Rosso. E proprio questo film di Dario Argento ha nella collina, nelle silenziose vie alle spalle della Gran Madre e nella decadente della Regina parte del suo fascino inquietante. La Gran Madre di Dio si vede anche nel film The italian job, di Peter Collison, con Michael Caine, Raf Vallone e Rossano Brazzi; una Torino caotica e contemporanea fa da sfondo a una memorabile rapina.

Lasciata la collina si puo tornare lungo via Po verso il centro, teatro di numerose produzioni. Sulla destra, nel cortile del Palazzo dell'Universita, sono state ambientate alcune scene di Un amore di Gianluca Tavarelli, storia di un giovane amore degli anni `80.

Da piazza Castello gli itinerari del cinema diventano molteplici. Ci si puo inoltrare in via Roma, verso la Galleria San Federico, seguendo le orme di Kim Rossi Stuart, Michele Placido e Claudio Amendola in Carabinieri, e si puo proseguire ancora in via Roma, per arrivare a Porta Nuova, ricordando il passaggio di Enrico Lo Verso in Cosi ridevano. Sempre in via Roma, in piazzetta CLN (spazio di pochi metri quadrati incastrato tra via Roma e piazza San Carlo, intitolata al Comitato di Liberazione Nazionale) ammiriamo le due grandi fontane marmoree raffiguranti il Po e la Dora, immortalate in alcune sequenze di Profondo Rosso. Ancora via Roma e piazza Castello per Eleonora Rossi Drago e Valentina Cortese, protagoniste del gia citato Le Amiche. Il ristorante Del Cambio e il Caffe Baratti si sono visti in due produzioni recenti come Cosi ridevano e Preferisco il rumore del mare.

Da piazza Castello, percorrendo via Pietro Micca si arriva in via Cernaia, scenario de I compagni, girato da Mario Monicelli nel 1963 e interpretato da Marcello Mastroianni, Annie Girardot e Renato Salvatori; la via e chiusa dalla Stazione di Porta Susa, anch'essa vista nel film. Ancora piazza Castello, vero e proprio crocevia di genti e di cinema. Palazzo Reale e stato utilizzato per le storie di amori e inquietudini aristocratiche, da La puttana del re di Axel Conti che raccontava l'infelice amore di Vittorio Amedeo II (Timothy Dalton) per la bella contessa Jeanne de Verue (Valeria Golino) a Ferdinando e Carolina di Lina Wertmuller che raccontava la napoletanissima storia dei sovrani borbonici. La puttana del re e stato girato anche in alcune delle piu belle dimore sabaude dei dintorni di Torino, in particolare nella sontuosa Palazzina di caccia di Stupinigi.

Ancora sfondi barocchi torinesi per storie d'amore e infelicita aristocratiche: la bella Natasha, l'elegante principe Andrea e il silenzioso Pierre di Guerra e Pace si amano e si inseguono nella Russia dell'invasione napoleonica ricreata tra il Castello del Valentino, la Palazzina di Stupinigi e la campagna torinese; il film e l'hollywoodiano Guerra e Pace di King Vidor, con Audrey Hepburn, Mel Ferrer e Henry Fonda.

Dalla Torino aristocratica e inquieta della corte sabauda e delle sue storie, alla Torino borghese e benestante ritratta ne La donna della domenica, forse il piu bel film che racconta la capitale subalpina. Borgo Dora e lo sfondo privilegiato della pellicola che, interpretata da Jacqueline Bisset e Marcello Mastroianni e tratta dal romanzo omonimo di Fruttero e Lucentini, narra le indagini seguenti l'assassinio di un architetto. Borgo Dora e il suo Balon, ma anche le eleganti vie lungo il Po e corso Vittorio Emanuele, ospitarono le scene di questo giallo di grande fascino. A Borgo Dora e nell'adiacente Porta Palazzo sono state girate anche alcune scene di Cosi ridevano.

Lasciando il centro e spostandosi verso sud, seguendo il Po, si incontrano il Castello del Valentino di Guerra e Pace, cui si e gia accennato (qui venne girato l'incontro di Tilsnitt tra Napoleone e lo zar Alessandro); nel Parco del Valentino sono state girate alcune scene di Mimi metallurgico, con Giancarlo Giannini operaio del sud e Mariangela Melato ragazza del nord; in corso Massimo d'Azeglio, che costeggia il Parco del Valentino, si trova, all'angolo con via Campana, la abbandonata ripresa da Dario Argento in Nonhosonno. Qualche chilometro piu avanti, in corso Unita d'Italia, si trovano il BIT e Italia '61, riconoscibili ne La seconda volta, in cui Nanni Moretti deve confrontarsi con gli anni di piombo e con la giovane ex terrorista Valeria Bruni Tedeschi; il centro storico, i tram, i parchi sono sfondo di questa vicenda dura e drammatica, il primo vero film italiano che fa i conti, senza retorica e senza dimenticare le responsabilita e i diritti, con un passato recente che ha visto in Torino una vittima mai doma.



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Fra gli eroi del Risorgimento
Nel periodo risorgimentale Torino, motore dell'Unita d'Italia, si trovo ad accogliere esuli e patrioti provenienti da tutta la penisola. Di questo periodo, restano a Torino numerose tracce: dai palazzi del potere alle statue che oggi ricordano gli uomini che lottarono per l'unita del nostro Paese. L'itinerario che vi proponiamo in questa pagina e piuttosto lungo e si snoda tra il fiume e il centro della citta, alla ricerca delle statue che ricordano gli eroi dell'epopea risorgimentale.

Il cammino puo iniziare in largo Vittorio Emanuele II, all'incrocio tra i corsi Vittorio Emanuele e Galileo Ferraris. L'alta colonna su cui si erge la statua si vede anche da lontano e celebra re Vittorio Emanuele II, il sovrano che volle l'unita del nostro Paese e seppe costruirla circondandosi di politici illuminati e mediando tra le numerose anime che aspiravano all'unita. Il monumento fu voluto da re Umberto I, figlio di Vittorio Emanuele, e fu realizzato dallo scultore Pietro Costa. L'inaugurazione del monumento, il 9 settembre 1899, fu un autentica festa popolare: via Roma e corso Vittorio Emanuele furono illuminate a festa e in tutta la citta si potevano leggere scritte dedicate al re dell'Unita d'Italia. Risalendo corso Galileo Ferraris si svolta a destra, in via Cernaia e ci si addentra nel centro cittadino.

Su via Cernaia, a sinistra, si trovano i Giardini La Marmora, dominati dalla bella statua dedicata al generale Alessandro Ferrero della Marmora, il fondatore dei bersaglieri. Il monumento fu inaugurato nel 1867 e riporta, sulla base, due bassorilievi in ricordo della battaglia di Goito della Prima Guerra d'Indipendenza, e la spedizione in Crimea, voluta da Cavour per stringere i legami con le grandi potenze dell'epoca e durante la quale il generale La Marmora mori, ucciso dal colera.

Poco piu avanti, in piazza Solferino, il monumento al duca di Genova, Fernando di Savoia, morto a soli 33 anni dopo una lunga agonia e amatissimo dai torinesi, ritratto ancora sul cavallo morente per una fucilata; Fernando di Savoia si distinse durante la Prima Guerra d'Indipendenza, conducendo l'assedio di Peschiera. Da piazza Solferino si prende via S. Teresa, si svolta in via Roma e ci si infila in via principe Amedeo.

Sulla sinistra si incontra la piazza Carignano, dove c'e la monumentale facciata barocca dell'omonimo palazzo, uno dei luoghi piu importanti del Risorgimento italiano: qui nacque infatti re Vittorio Emanuele, si riuni per la prima volta il Parlamento italiano e ha oggi sede il Museo Nazionale del Risorgimento, unico museo nazionale del genere. Sul lato opposto al Palazzo, accanto al Teatro Carignano, c'e il ristorante del Cambio, uno dei piu prestigiosi e antichi di Torino, frequentatissimo nell'Ottocento dagli intellettuali e da Camillo Benso di Cavour.

Lasciata piazza Carignano, si prosegue lungo la via principe Amedeo e si incontra, sulla sinistra, piazza Carlo Alberto: oltre alla facciata neoclassica di Palazzo Carignano e l'attuale Biblioteca Nazionale (ospitata nelle ex scuderie del Palazzo), notiamo il monumento a Carlo Alberto, il discusso re di Sardegna che avvio tra dubbi e sfortune il processo unitario. Il re e a cavallo e sul piedistallo si trovano quattro bassorilievi raffiguranti le battaglie di Goito e di santa Lucia, l'abdicazione e l'esilio a Oporto, in Portogallo. Il monumento, realizzato da Carlo Marocchetti, autore anche della statua di Emanuele Filiberto in piazza S. Carlo, fu collocato in piazza Carlo Alberto per un preciso piano urbanistico, che voleva ricreare un percorso ideale nella citta attraverso punti che ricordassero il ruolo di Torino capitale e il senso di fedelta della citta ai Savoia.

Si lascia la piazza imboccando via Carlo Alberto e lasciandosi alle spalle via principe Amedeo. Si svolta poi a sinistra, in via Maria Vittoria, che si apre in piazza Carlo Emanuele II, familiarmente chiamata dai torinesi piazza Carlina. Al centro della piazza sorge il monumento a Camillo Benso conte di Cavour, l'artefice politico dell'Unita d'Italia. Il primo ministro di Vittorio Emanuele II e ritratto nell'atto di sollevare una fanciulla simbolizzante l'Italia.

Si riprende via Maria Vittoria e si prosegue fino al Po, dove, sulla sinistra, in corso Cairoli, si trova il monumento a Giuseppe Garibaldi. L'omaggio all'Eroe dei Due Mondi e in uno degli angoli piu suggestivi della citta, immerso nel mite paesaggio tra il Po e la collina, ed e stato inaugurato il 6 novembre del 1887, punto piu alto del clima di conciliazione tra le anime risorgimentali di quegli anni. Giuseppe Garibaldi e uno degli eroi risorgimentali piu amati dai torinesi. Nel corso degli anni gli furono dedicati numerosi omaggi: nel 1883 la via Dora Grossa prese il suo nome ed e oggi una delle vie dello shopping cittadino; al numero 22 della stessa via si trova oggi un'iscrizione che ricorda come li l'eroe decise la spedizione dei Mille.



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I luoghi magici della citta
Il luogo dove sorge la citta di Torino e il suo orientamento, non sono scelti per caso; il primo insediamento e stato influenzato da fattori magico-religiosi. Torino ha una pianta romana, con il tracciato che apriva le quattro porte d'accesso sui quattro punti cardinali, mentre la via principale seguiva la linea ascendente del sole. La tradizione esoterica vuole Torino come uno dei tre vertici del triangolo della magia bianca, insieme con Praga e Lione, ma anche come punta di un altro triangolo, quello della magia nera, che tocca Londra e San Francisco. Non dimentichiamo che Torino e costruita sul 45? parallelo, segnalato dall'obelisco con in cima l'astrolabio situato in piazza Statuto (uno uguale si trova a 11 km di distanza alla fine di corso Francia). Torino sorge anche alla confluenza di due fiumi, il Po e la Dora, che formano un anello d'acque attorno alla citta. Il Po rappresenta il Sole, e quindi la parte maschile, la Dora e la Luna, quella femminile.

Proprio da piazza Statuto, a due passi dalla stazione di Porta Susa, parte il nostro viaggio nei misteri magici di Torino. Questa zona rappresenta il "cuore nero'' della citta per due motivi: perche si trova ad occidente e quindi, secondo i romani, in posizione infausta per il tramonto del sole, confine tra il Bene e il Male; e perche qui vi era la vallis occisorum (da cui prese il nome l'attuale quartiere Valdocco), luogo di uccisione e di sepoltura. La necropoli potrebbe essere vastissima ed estendersi sotto corso Francia, corso Principe Eugenio, via Cibrario e via San Donato, che si diramano a raggiera dalla piazza. Il patibolo rimase per secoli in piazza Statuto, poi i francesi lo spostarono dove ora c'e l'incrocio tra corso Regina Margherita e via Cigna, soprannominato "`l rondo dla forca''. Coincidenza vuole che dall'aiuola centrale di piazza Statuto si acceda alla sala di comando dell'intero sistema di fogna nera della citta; e leggenda vuole che proprio li si trovi la cosiddetta Porta dell'Inferno.

Da piazza Statuto si percorre via Garibaldi fino all'incrocio con via degli Stampatori e dopo un isolato si raggiunge via Barbaroux, dove sotto la chiesa della Misericordia si racconta ci siano molte salme di giustiziati.

Da li si arriva al vicolo Santa Maria, un altro luogo legato alla sacralita. Nella chiesa di Santa Maria di Piazza c'e un quadro della Madonna. La sua specialita consiste nel fatto che, molto probabilmente, fu dipinto da San Luca, dato che la tecnica pittorica ricalca lo stesso stile di quella pompeiana: se cosi fosse sarebbe l'unico ritratto della Vergine.

In un palazzo vicino, di cui non si conosce l'esatta ubicazione per motivi di segretezza, si dice sia addirittura custodito il Velo della Madonna, un semplice panno nero come era di uso allora.

La parte opposta di via Stampatori e via Sant'Agostino; percorrendola si raggiunge via Bonelli, una strada stretta, dove non batte quasi mai il sole, dove abitava il boia di Torino che, sempre vestito di nero, girava per tutta la regione portando una borsa con i suoi "ferri del mestiere''. Dopo le ristrutturazioni e impossibile riconoscere l'edificio esatto, ma permane una strana sensazione di inquietudine.

Da via Bonelli si prende via Bellezia, che dopo via Garibaldi diventa via Botero, alla fine della quale si entra in piazza Solferino. Al margine dell'aiuola alberata si trova la Fontana Angelica, luogo magico e misterioso ricco di significati allegorici, che rappresenterebbe la Porta verso l'Infinito.

Imboccando via San Tommaso si arriva poi alla piccola piazzetta del Corpus Domini, sede dell'omonima chiesa, dove e ancora conservato il calice protagonista del miracolo piu famoso avvenuto a Torino. La tradizione narra di un ladro che aveva rubato l'ostensorio nella chiesa di Exilles; il calice usci dal sacco dove era stato nascosto e si libro in aria fino a che il vescovo non lo prego di scendere. Una lapide all'interno della chiesa ricorda l'avvenimento.

Dalla piccola piazza a piazza Castello la distanza e minima. Qui ci troviamo proprio al centro di Torino, il suo "cuore bianco'', che gli studiosi dell'argomento localizzano tra la piazzetta Reale e i giardini, in particolare attorno alla fontana dei Tritoni. Il luogo e considerato tale anche perche non bisogna dimenticare che li vicino sono custodite preziose reliquie, prima fra tutte la Sacra Sindone, racchiusa nel Duomo. Un esoterista ha spiegato che essa "racchiude in se i quattro elementi che compongono l'Universo: Terra, Fuoco, Aria e Acqua. E nata dalla Terra come un fiore di lino, e stata tessuta dall'uomo, ha viaggiato attraverso l'Acqua, attraverso l'Aria, ossia il tempo, mentre il Fuoco e Cristo medesimo, e la luce, la conoscenza... Nessun incendio potra mai distruggerla, perche il fuoco e gia in essa. Tante volte il fuoco l'ha sfiorata, ma la Sindone ha sempre vinto''.

Per restare nella zona di piazza Castello, gli esperti individuano altri due motivi che accrescono la magia di Torino: la presenza del Museo Egizio e delle Grotte Alchemiche sotto Palazzo Madama, dove i Savoia avrebbero protetto chi fabbricava l'oro, meta in passato di maghi e di alchimisti molto famosi. Nella piazza e segnato anche il punto magico assoluto della citta: la cancellata di Palazzo Reale, nello spazio compreso tra le due statue equestri dei Dioscuri, Castore e Polluce, che alcuni vedono come la divisione tra la Torino sacra e la Torino diabolica.

Da piazza Castello ci si incammina lungo via Po fino a piazza Vittorio. Oltrepassato il ponte Vittorio Emanuele I sul fiume Po si giunge alla chiesa della Gran Madre di Dio, sotto la quale la tradizione esoterica vuole ci sia sepolto il Santo Graal. I due gruppi di statue di fronte all'entrata nascondono un significato riservato a pochi, che tante volte e in tanti modi si e cercato di interpretare e che alcuni collegano alle profezie di Nostradamus. Questo personaggio visse per qualche tempo a Torino, in un luogo che si sposta molto dal nostro itinerario e per trovare il quale dobbiamo tornare in piazza Statuto. Da qui si percorre tutta via Cibrario fino a corso Svizzera; piegando leggermente sulla sinistra si imbocca via Michele Lessona, al cui inizio si trovava la Domus Morozzo, residenza di Nostradamus per tutto il tempo che si fermo a Torino, abbattuta qualche anno fa e di cui non e rimasto nulla; sull'area sorge ora un giardino pubblico.



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Passeggiata notturna fra le luci torinesi
Con questo itinerario vorremmo offrirvi un modo un po' diverso ed insolito di passeggiare per Torino. Prima di tutto, dobbiamo aspettare che le luci del giorno calino e la notte accenda tutta la rete di illuminazione pubblica. Da qualche anno il volto di Torino dopo il tramonto e cambiato: infatti, la citta non provvede solo ad illuminare le strade urbane, ma, grazie a un piano di illuminazione architettonica e ambientale, riesce a valorizzare alcuni edifici monumentali e a rivalutare molte zone della citta.

La nostra passeggiata notturna parte dalla Mole Antonelliana, oggetto di uno dei progetti piu importanti e riscoperta, grazie alle luci sapientemente dosate ed orientate, in tutta la sua verticalita. La nitidezza estrema della struttura restituisce un effetto di immagine ritagliata, perfettamente circoscritta nei contorni, quasi metafisica nel suo rigore: l'alternarsi dei grigi e dei bianchi, delle zone d'ombra e dei piani di luce, arricchisce il fascino della Mole, che si staglia ancora piu imponente verso il cielo.

Dalla Mole il campo di osservazione si sposta sulla chiesa del Monte dei Cappuccini, la cappella ex voto di Carlo Emanuele I, dove la luce divide praticamente in due parti l'opera dell'architetto Vitozzi. La parte superiore illuminata "a giorno'' si stacca, emergendo con eleganza, dalla zona sottostante appena rischiarata dal fascio di luce che crea effetti chiaroscurali davvero sorprendenti.

Ancora piu in su, sulla collina, c'e il Parco della Rimembranza, istituito nel 1925 a ricordo dei caduti della Prima Guerra Mondiale. Nel suo punto piu alto svetta il Faro della Vittoria Alata, alto 20 m, valorizzato da una nuova e attenta illuminazione che produce una luce non eccessiva, pur permettendo di rendere visibile la statua di notte, creando una sorta di illuminamento "morbido'' per evitare effetti di inquinamento luminoso. L'illuminazione del giardino, invece, e stata dosata in modo da favorire la vista notturna sul panorama della citta.

Da piazza Vittorio, anch'essa interessata da nuovi piani di illuminazione, si possono percorrere i portici di via Po che conducono in piazza Castello, vero cuore della citta anche per le luci. I portici, grande patrimonio e peculiarita cittadina, che hanno richiesto numerosi interventi per migliorarne la vivibilita, ci portano lungo via Roma fino a piazza Carlo Felice e giu lungo corso Vittorio fino al monumento a Vittorio Emanuele II, dello scultore Pietro Costa. L'opera e stata illuminata con luci progressive dal basso verso l'alto, favorendo il gioco delle ombre, delle cavita che si sottraggono alla luce, dello sviluppo ascensionale delle colonne che vedono il sovrano sabaudo quasi camminare sui tetti della citta.

Ci spostiamo lungo via Garibaldi e incrociamo la costruzione del Municipio che si affaccia su piazza Palazzo di Citta, al centro di una serie di interventi che l'hanno trasformata in zona pedonale e che hanno regalato una nuova luminosita ai suoi portici.

Questa passeggiata ci e resa possibile dal nuovo piano di illuminazione pubblica dell'AEM, l'azienda che si occupa dell'esercizio, della manutenzione, della progettazione e realizzazione dei nuovi impianti. Il piano ha interessato anche numerose chiese, tra le quali Maria Ausiliatrice, davanti a cui si trova il monumento dedicato a San Giovanni Bosco, dello scultore Gaetano Cellini. Qui il gioco delle luci rischiara alcuni personaggi, mentre gli altri vivono nella penombra, accentuando maggiormente il senso del dolore, della pieta, del cammino dell'umanita.



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La Torino medievale alle spalle di Porta Palazzo
I segni della storia medioevale di Torino sono pochi, ma si possono scoprire passeggiando nelle vie che sorgono tra il Duomo e la zona di piazza della Repubblica, popolarmente chiamata Porta Palazzo.

Il nostro itinerario parte da piazza del Duomo, dalla quale si imbocca via Quattro Marzo, costruita nell'800 a spezzare l'impianto ortogonale dell'antica citta romana e medioevale. Sulla via si affacciano numerosi edifici che conservano finestre gotiche e medioevali; la piazzetta alberata in cui si arriva e la zona piu antica della citta: da qui partivano numerose vie con i nomi dei mestieri. Una di queste strade, via Porta Palatina, anticamente via dei Cappellai, conduce alla chiesa dello Spirito Santo, appartenente a una Confraternita nata nel Cinquecento e in cui Jean-Jacques Rousseau si converti al cattolicesimo; il filosofo aveva vissuto nella stessa via, al numero 11. Proseguendo si arriva in piazza del Corpus Domini, dominata dalla chiesa omonima, si prende via Palazzo di Citta e si arriva nella piazza omonima, in cui sorge il Palazzo Civico.

Il settecentesco Palazzo di Citta e posto nel cuore della Torino medioevale. Sulla sinistra, superata via Garibaldi e imboccata via dei Mercanti, si entra infatti nella Contrada dei Guardinfanti, labirinto di viuzze recentemente restaurate, di silenziosi giardini, di antichi palazzi, di animate botteghe e di scorci medioevali. Perdersi senza una meta, alla ricerca di improvvise apparizioni di prospettive sorprendenti e di antichi negozi artigianali e la cosa migliore per apprezzare quest'angolo dell'antica Torino.

Sulla destra del Palazzo di Citta si imbocca via Milano e si raggiunge la gotica chiesa di San Domenico. Costruita nel XIII secolo e piu volte rimaneggiata, la chiesa conserva nel cotto e nelle decorazioni le tracce del suo passato medioevale. Proseguendo lungo via Milano si possono ammirare alcuni edifici decorati con animali (cani al numero 11, tori al 13 e leoni al 18). Poco prima di piazza della Repubblica la via si apre in una piccola piazza dalla forma irregolare, realizzata quando fu regolarizzata la via per conservare la facciata della chiesa di San Maurizio e Lazzaro, dalla bella cupola elissoidale. Via Milano e le vie adiacenti offrono deliziose prospettive verso la Torino piu antica.

Da piazza della Repubblica si torna nella Torino medievale attraversando piazza Emanuele Filiberto. Superata la piazza, nel dedalo delle viuzze che si apre alle spalle di Porta Palazzo, si entra nel quadrilatero romano dell'antica Augusta Taurinorum. Accurati e recenti restauri hanno dato a questa zona una nuova vitalita. Accanto a locali storici che hanno visto la storia del quartiere si trovano nuovissimi ristoranti e caffe, che spesso offrono inedite atmosfere maghrebine e orientali: un the alla menta nella Torino medioevale e fascinosamente sorprendente.

In via Bonelli, nei pressi di piazza Emanuele Filiberto, abitava il boia; proseguendo lungo via Sant'Agostino e via Santa Chiara, sulle quali si affacciano ristoranti e piccoli locali che vivacizzano la vita notturna della zona, si arriva al vicolo della Consolata, che termina in piazza della Consolata. La chiesa omonima e una delle piu care ai torinesi e, sebbene ristrutturata nel corso dei secoli (vi hanno lavorato anche Guarini e Juvarra), conserva l'antico campanile romanico della chiesa di S. Andrea, sulle cui rovine sorge. Sul lato nordovest della chiesa si nota il basamento di una delle cinque torri angolari della citta romana. Sulla piazza si affaccia uno dei piu noti locali torinesi: il famosissimo Al Bicerin, caro, anche lui, al Conte di Cavour e in cui e d'obbligo assaggiare l'omonima bevanda.

Proseguendo lungo via della Consolata si arriva in piazza Savoia, l'obelisco al centro ricorda le leggi Siccardi, che abolirono il Tribunale Ecclesiastico. Nei pressi della piazza sorgono alcuni dei piu bei edifici patrizi torinesi. In via delle Orfane 7 (il lato posteriore si affaccia sulla piazza) c'e Palazzo Barolo, oggi sede di mostre prestigiose e dell'Opera Pia voluta dai marchesi Tancredi e Giulia di Barolo; in questo palazzo mori Silvio Pellico. In via della Consolata 11, poco prima di via Garibaldi, c'e Palazzo Paesana di Saluzzo, che conserva uno dei piu bei cortili torinesi. Imboccando via del Carmine, qualche isolato dopo la piazza, si incontrano i Quartieri Militari, che dovevano essere il monumentale ingresso a Torino dalla Val di Susa dopo il terzo ampliamento cittadino. Il progetto della porta non fu realizzato.

Percorrendo corso Valdocco, sulla sinistra, si puo svoltare, a sinistra, verso via Garibaldi, la piu lunga via pedonale cittadina. Anticamente chiamata via Dora Grossa, oggi e una delle vie dello shopping torinese, con eleganti boutique e piacevoli caffe all'aperto nella bella stagione. La sua prospettiva e chiusa verso est dalla facciata juvarriana di Palazzo Madama e verso ovest dalle magnifiche Alpi che chiudono piazza Statuto. Le vie laterali sono un continuo invito alla ricerca di scorci e di antiche botteghe di gusto medievale.



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I centri del potere di Torino
Sulla centrale Piazza Castello, ancora oggi cuore della vita cittadina, si affacciano i principali palazzi del potere cittadino. Un percorso lungo i principali centri del potere, dunque, parte obbligatoriamente da questa piazza.

Al centro vi sorge Palazzo Madama, che meglio di ogni altro riassume la millenaria storia cittadina: prima porta romana, quindi fortezza medioevale e dimora dei Duchi di Savoia e ancora sede del Senato del Parlamento Subalpino e, attualmente, Museo Civico di Arte Antica.

Lasciandosi alla destra Palazzo Madama, ci si dirige verso la Piazzetta Reale, chiusa al fondo dall'elegante facciata di Palazzo Reale. L'ingresso alla piazzetta avviene attraverso la cancellata in bronzo realizzata nel 1835 da Pelagio Pelagi e ornata dalle statue di Castore e Polluce. E questo, secondo l'esoterismo, uno dei luoghi piu magici di Torino.

Sulla sinistra di piazza Castello, poco prima della cancellata di Piazzetta Reale, si trova la Chiesa di San Lorenzo, uno dei capolavori del barocco europeo. Progettata da Guarino Guarini, la chiesa non ha una facciata perche i Duchi di Savoia, che avevano in piazza Castello il simbolo del loro potere, non volevano che l'osservatore potesse essere distratto da altri elementi. La cupola della chiesa di San Lorenzo, ispirata dalla cupola del mihrab della Moschea di Cordoba, in Spagna, e l'unico segno visibile dall'esterno della chiesa.

Lasciata San Lorenzo si puo entrare in Piazzetta Reale, restituita alla citta dopo un accurato restauro. Fino agli anni `80 la piazzetta era un parcheggio e aveva perso il suo antico significato simbolico. Oggi e uno dei punti piu cari al turismo: un'elegante fila di alberelli d'alloro conduce al Palazzo Reale, mentre, volgendo le spalle al palazzo, e possibile ammirare lo scorcio di piazza Castello e dei suoi severi palazzi barocchi, che donano a Torino un'aria vagamente parigina. La Piazzetta e chiusa, oltre che da Palazzo Reale sullo sfondo, dal Palazzo dei Duchi Chiablese sulla sinistra e dall'Armeria Reale sulla destra. Quasi all'angolo tra Palazzo Reale e Palazzo Chiablese si nota la Cupola della Sindone, che con la Cupola di San Lorenzo caratterizza il cielo visto da piazza Castello.

Il Palazzo Reale e il prodotto di ampliamenti e ristrutturazioni iniziate sin dal 600. Alla meta del 700 furono aggiunte le ali che si snodano lungo la Piazza Castello: la Biblioteca Reale, l'Armeria Reale, le Segreterie di Stato (attuale Prefettura), l'Archivio di Stato, il Teatro Regio, l'Accademia Militare, (distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e percio trasferita provvisoriamente a Modena dove e ancora oggi). La Biblioteca Reale conserva preziosissimi volumi e circa 2000 disegni, tra i quali il celebre Autoritratto di Leonardo da Vinci e il Codice sul Volo degli Uccelli. Al piano superiore c'e l'Armeria Reale, la seconda d'Europa, con armi di grande valore; sul loggiato che da questo edificio si affaccia su piazza Castello re Carlo Alberto di Sardegna dichiaro la Prima Guerra d'Indipendenza.

Tornando in Piazzetta Reale, dopo aver visitato anche gli splendidi Giardini Reali, oggi ridotti a un terzo della loro originaria superficie e che arrivano fino ai contrafforti dell'antica cinta muraria che proteggeva Torino, si puo tornare verso piazza Castello e svoltare verso sinistra; sotto i portici si aprono gli ingressi alla Biblioteca e all'Armeria Reale e, poco piu avanti, si raggiungono il Teatro Regio e l'Archivio di Stato. Quest'ultimo conserva preziosissimi documenti della storia sabauda: i primi documenti sono precedenti all'anno Mille. Il Teatro Regio conserva l'originaria facciata di Benedetto Alfieri su piazza Castello, ma e stato completamente ricostruito, su progetto di Carlo Mollino, dopo l'incendio che lo distrusse nel 1936 e ha la caratteristica forma di "ostrica'' che affascinava il geniale architetto piemontese.

La visita agli altri luoghi del potere puo riprendere tornando in Piazzetta Reale e svoltando sulla sinistra, sotto i due archi che la separano dalla piazza del Duomo. Progettato nel 400 dal toscano Meo del Caprina da Settignano, il Duomo di Torino e l'unico esempio rinascimentale di architettura religiosa conservato in citta. Accanto al Duomo notiamo il bel campanile di San Giovanni; alle spalle della chiesa spicca la Cupola della Cappella della Sacra Sindone, progettata da Guarino Guarini nel 600 per ospitare il lenzuolo che avrebbe avvolto il corpo di Gesu dopo la Crocifissione. La Cupola, capolavoro del barocco realizzato da una serie di archetti sovrapposti che filtrano la luce con effetti suggestivi, e stata gravemente danneggiata nel 1997 da un incendio ed e attualmente soggetta a restauri.

Dalla scalinata del Duomo, sulla destra si notano i resti della Torino romana: l'antica Porta Palatina, una delle piu belle porte romane dell'Italia settentrionale, con nei pressi una bella statua bronzea dedicata a Cesare Augusto, il Teatro Romano, con la cavea che si addossa al Palazzo dei Cavalieri di Malta. Dirigendosi verso la Torino romana, poco oltre, in corso Regina Margherita 105, si trova il Museo di Antichita, che conserva i reperti piu importanti del Piemonte dal paleolitico all'alto MedioEvo. In direzione opposta si prende via XX settembre e si svolta a destra in via Palazzo di Citta; voltando lo sguardo indietro si puo ammirare lo scorcio della Mole Antonelliana, che chiude la prospettiva su piazza Castello. Andando avanti si arriva in piazzetta del Corpus Domini, su cui si affaccia l'omonima chiesa, costruita nel 400 per ricordare il Miracolo dell'Ostia. Ancora lungo la via, al numero 19, Giuseppe Cottolengo inizio la sua opera in favore dei diseredati e dei piu poveri. La via si conclude nella bella piazza Palazzo di Citta, la cui prospettiva e chiusa dal Palazzo Civico e che in antichita era la Piazza delle Erbe, sede di mercato.



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Lungo il Po
Nel 600 Torino fu ampliata verso il Po e la via che collegava la centrale piazza Castello (sede del potere politico del Ducato di Savoia) al ponte sul fiume divenne l'arteria piu importante del nuovo quartiere, nonostante fosse inclinata rispetto alla perfetta scacchiera ortogonale del nuovo ampliamento. La via, allora chiamata Contrada di Po e oggi via Po, fu progettata dall'architetto di corte Amedeo di Castellamonte nel 1673 con una caratteristica tutta particolare: sul lato sinistro, dove passava il Re quando si recava al Po, i portici sono continui, sul lato destro, dove passavano i plebei, i portici si interrompono al termine di ogni isolato.

Al numero 17 di via Po si trova il Palazzo dell'Universita con il suo elegante cortile caratterizzato dal loggiato di colonne tortili. Sulla destra, all'angolo con via Bogino, ci sono lo storico Caffe Fiorio, meta di intellettuali ed esuli durante il Risorgimento, e, poco piu avanti, la chiesa di San Francesco da Paola, costruita per volere di Cristina di Francia. Poco oltre la chiesa, girando a sinistra, in via Accademia Albertina, si puo visitare al numero la Pinacoteca dell'Accademia Albertina di Belle Arti, che conserva numerosi capolavori di arte piemontese e di scuola fiamminga. Un po' piu avanti, lungo la stessa via, si incontra piazza Carlo Emanuele II, popolarmente chiamata piazza Carlina; su di essa si affacciano alcuni palazzi dalle facciate eleganti (al numero 13 c'e Palazzo d'Ormea, disegnato da Juvarra) e, soprattutto, la Chiesa di Santa Croce, progettata da Juvarra.

Tornando in via Po, all'altezza di via Montebello, si scorge il monumento simbolo della citta, la Mole Antonelliana di Alessandro Antonelli.

Via Po termina nella neoclassica e grandiosa piazza Vittorio Veneto, una delle piazze piu grandi d'Italia; di fronte, la prospettiva della collina e chiusa scenograficamente dalla chiesa della Gran Madre di Dio. Piazza Vittorio Veneto, aperta da via Po da un'ampia esedra, e stata progettata da Giuseppe Frizzi nel 1823 e, con un sapiente gioco di portici e di altezze, maschera il dislivello di sette metri che separa via Po dal lungo fiume.

Oltrepassato il Po, si raggiunge la Gran Madre e, sulla destra, si sale al Monte dei Cappuccini con la chiesa di Santa Maria del Monte, disegnata da Ascanio Vitozzi nel XIX secolo, al cui interno si trova il Museo Nazionale della Montagna. Il controllo di questa piccola collina, a ridosso della citta e del ponte sul Po aveva un'importanza strategica per la difesa di Torino.

Tornando sull'altra riva del fiume si puo percorrere il lungofiume alla sinistra, fino ad arrivare al Parco del Valentino; la passeggiata fino al Parco puo essere compiuta al livello del fiume, lungo i Murazzi, che nelle sere estive si animano grazie ai locali e ai loro concerti, oppure all'altezza di corso Cairoli. In entrambi i casi e possibile ammirare gli stupendi scorci della collina torinese. L'ingresso al Parco del Valentino avviene, superato corso Vittorio Emanuele, attraverso un grande arco, monumento all'artiglieria.

Nel Parco si trovano l'Orto Botanico, un museo all'aria aperta con alberi centenari, e il Castello del Valentino, reggia di Cristina di Francia una volta diventata Duchessa di Savoia.

Poco oltre il Castello si trova la Palazzina della Promotrice delle Belle Arti, che, di gusto neoclassico, ospita mostre temporanee nelle sue sale. Continuando la passeggiata si raggiunge il Palazzo di Torino Esposizioni, sede di alcune delle piu importanti fiere ed expo cittadine. Sulla sinistra, poco prima di Torino Esposizioni, si scende verso il Borgo e la Rocca Medioevali, realizzati nel secolo scorso sul modello di alcune dimore patrizie del MedioEvo piemontese e valdostano.

Qualche chilometro piu avanti, lungo il fiume, in corso Unita d'Italia, si puo visitare il Museo Nazionale dell'Automobile, che vanta una delle principali collezioni europee di auto storiche.



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Per i luoghi di Elisa di Rivombrosa
Elisa di Rivombrosa e stato, a sorpresa, il successo televisivo della stagione invernale 2003-2004. Oltre 10 milioni di telespettatori hanno seguito le vicende del conte Fabrizio Ristori e della bella Elisa Scalzi nel Piemonte sabaudo e settecentesco. Cosi, in questo itinerario, vogliamo ripercorrere i luoghi in cui i due protagonisti di Elisa di Rivombrosa si sono inseguiti ed amati, nonostante ostacoli, complotti e tradimenti.

Il Castello di Rivombrosa, in cui e nato l'amore tra il conte di ritorno dalla Francia ed Elisa, dama di compagnia della contessa madre Agnese, e il Castello di Aglie, una delle piu belle residenze sabaude, circa 40 km a nord di Torino, nel cuore del Canavese. L'edificio risale al XII secolo e assunse le attuali forme nel 600, quando Filippo di San Martino, consigliere e amante della duchessa Cristina di Francia, Reggente del Ducato dei Savoia, lo volle trasformare in una dimora elegante e signorile, affidandone il progetto ad Amedeo di Castellamonte, uno degli artefici delle trasformazioni della stessa capitale del Ducato sabaudo. L'edificio fu ampliato e diviso in due corpi uniti da una galleria; tra le stanze piu importanti figura anche il salone da ballo, decorato con affreschi ispirati alla vita del re Arduino. Ed e in questo salone che muore la contessa madre dei Ristori.

Nelle Serre della residenza si trovano invece i quartieri della servitu e i luoghi dei primi scontri tra Fabrizio, ancora incapace di ammettere l'amore per una ragazza di rango inferiore, e Elisa, sorpresa e orgogliosa. E in quest'area che si trovano i sotterranei in cui Fabrizio chiude per vendetta Elisa. Nel parco di Aglie sono state ambientate anche le lunghe cavalcate di Elisa in sella al suo cavallo Fedro. Grazie ad Elisa di Rivombrosa, il Castello di Aglie sta conoscendo una nuova popolarita ed e visitatissimo.

Poco distante, a San Giorgio Canavese, si trova la residenza della "cattiva'' della storia, la perfida marchesa Lucrezia van Ecker, congiurata contro Carlo Emanuele, moglie del consigliere del re, il marchese di Beauville, che non esita ad assassinare, e amante del "cattivo'' duca Ottavio Ranieri, governatore della Provincia. Come quasi tutte le dimore nobiliari del Piemonte, anche il Castello di San Giorgio trae origine da una fortezza medievale successivamente trasformata in residenza signorile. Il Castello, oggi sede di uno dei piu apprezzati luoghi della ristorazione del Canavese, ha un aspetto settecentesco ed elegante, i suoi saloni, nei quali si sono mosse con eleganza l'altera Lucrezia e la fedele Isabella, sono stati recentemente restaurati.

Ancora fuori Torino, questa volta verso Sud, nel Cuneese, si trova il Castello di Racconigi, in cui ha sede il reggimento di Fabrizio. Qui il conte ha per la prima volta sentore di una congiura ai danni del re e intuisce che il documento caduto nelle sue mani nel viaggio di ritorno a Rivombrosa e importantissimo, e forse compromettente per parte della nobilta del Regno. Qui, grazie al fidato Angelo, il conte effettua la prima fuga dagli scagnozzi del duca Ranieri, che hanno gia individuato in lui il nemico. Il Castello di Racconigi e una delle residenze sabaude piu importanti: per molto tempo e stato sede del ramo Savoia-Carignano, salito al trono con Carlo Alberto e attuale pretendente al trono d'Italia. Nel 600 il castello subi le prime grandi modifiche e fu trasformato da fortezza medievale in dimora nobiliare, nel 700 furono costruiti i due padiglioni, la terrazza adiacente e lo scalone, quindi, nel 1832, le ultime modifiche, che gli diedero l'attuale aspetto.

Si arriva finalmente a Torino per i luoghi torinesi dello sceneggiato. E il primo non puo che essere la splendida Palazzina di Caccia di Stupinigi, capolavoro del barocco europeo. Il viale d'ingresso, al termine del lungo rettilineo che arriva direttamente dal centro di Torino, e circondato dall'emiciclo delle scuderie ed e chiuso dalla magnifica prospettiva della palazzina, caratterizzata da un'originale pianta a croce di Sant'Andrea, al cui centro c'e il fastoso salone centrale ellittico, coronato, sulla copertura, dal cervo, protagonista delle corse venatorie dei Savoia. In questa magnifica palazzina, che da sola merita un viaggio a Torino, e stata fissata nello sceneggiato la corte sabauda e qui si incrociano varie volte i destini dei protagonisti.

Fabrizio, alla ricerca del primo contatto con il re, per consegnargli la lista dei congiurati, viene accompagnato da Lucrezia all'ingresso della palazzina; nei saloni interni il conte intuisce che il Duca Ranieri e uno dei congiurati e sempre all'interno della Palazzina Lucrezia uccide il marito per far ricadere la colpa su Fabrizio, che l'ha respinta e che insiste a voler consegnare la lista dei congiurati al re.

Nella Cavallerizza Reale, alle spalle di via Verdi, in centro, si svolgono le scene dell'attentato al re, sventato da Fabrizio Ristori, Elisa ed Angelo. In questa stessa zona si trova la prigione in cui viene ingiustamente rinchiuso Fabrizio, accusato dell'assassinio del consigliere del re. La duchessa Clelia Bussani, cugina del re e amica di Fabrizio ed Elisa, saluta Elisa, che arriva con la lista dei congiurati, dall'elegante balconata di Palazzo Paesana di Saluzzo, in via della Consolata, all'angolo con Piazzetta Savoia, mentre l'amore torna a trionfare a Rivombrosa-Aglie, con la nomina di Elisa a contessa da parte del re, colpito dal suo coraggio.
  • Castello di Aglie
  • Orari: inverno: giovedi, sabato e domenica 9-12 e 14-17
  • estate: dal martedi alla domenica 9-12 e 14-19
  • tel: +39 0124 330102



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I luoghi di Arte contemporanea
L'appassionato d'arte moderna e contemporanea che giunge a Torino deve mettere in conto due soste obbligate.

La prima tappa e la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea (VEDI MUSEI), il cui patrimonio artistico e costituito da circa 15.000 opere tra dipinti, sculture, installazioni e fotografie, oltre che da una ricca collezione di disegni e incisioni, e sono datate dalla fine del `700 al Futurismo e fino ai giorni nostri.

La seconda tappa e il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea (VEDI MUSEI), ospitato nel Castello di Rivoli, sulla collina morenica di Rivoli ; poiche i due musei sono piuttosto distanti tra loro sara necessario prevedere un mezzo di trasporto per lo spostamento.

Il Museo si articola in 39 sale espositive allestite sempre con speciale attenzione alle maggiori personalita artistiche del nostro tempo, europee ed americane.

La cosiddetta "Manica Lunga'', l'antica pinacoteca voluta da Carlo Emanuele I, e stata restaurata e predisposta per accogliere oltre alle attivita espositive promosse dal Museo, anche le funzioni scientifiche, didattiche ed accessorie a servizio del pubblico.

Se capitate nei giusti periodi dell'anno, dopo le visite ai musei potete concedervi ancora un po' di arte contemporanea: ad esempio, con una passeggiata per Piazza San Carlo, dove ogni anno si svolge ManifesTO, la mostra urbana di manifesti stradali trasformati in opere d'arte. A Novembre, inoltre, al Lingotto Fiere svolge Altissima, uno degli appuntamenti piu ambiti per l'arte contemporanea piu attuale e fiera "incubatrice'' di grandi eventi mondiali. Infine, se vi trovate a Torino nel periodo natalizio, non potete perdervi Luci d'Artista: passeggiando per la strade di Torino, il cielo sara illuminato dalle installazioni luminose che gli artisti che partecipano al progetto realizzano per l'occasione.



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Tra le Chiese del centro storico
Facciamo partire questo "tradizionale'' itinerario dal Duomo rinascimentale in Piazza del Duomo (Piazza San Giovanni); il nostro percorso si snodero poi tra le piu antiche vie della citta, dove ci imbatteremo nelle chiese piu significative della storia artistica e religiosa di Torino.

Imboccata via XX Settembre, e data un'occhiata al palazzo barocco del Seminario Arcivescovile che ci rimane sulla destra, svoltiamo a destra in Via Garibaldi: subito all'angolo con via XX Settembre, al numero 6, possiamo visitare la Chiesa della S.S. Trinita dove e sepolto l'architetto Ascanio Vitozzi: fu proprio lui a disegnarne l'interno che in seguivo venne abbellito da Juvarra. La facciata neoclassica, invece, e del 1830 ed e opera di Angelo Marchini.

Svoltando a destra raggiungiamo Piazza Corpus Domini, caratterizzata da bassi portici grigi, e l'omonima Basilica, costruita su progetto di Ascanio Vitozzi modificata successivamente da Benedetto Alfieri, venne eretta a ricordo del cosiddetto "Miracolo di Torino'' avvenuto in quel luogo nel 1453: un ladro tentava di vendere refurtiva sacra proveniente dalla chiesa di Exilles in Val di Susa; all'improvviso dal sacco si levo un'ostia splendente e si innalzo in aria, ma le preghiere dei fedeli e le parole del vescovo Ludovico di Romagnano riuscirono a farla ridiscendere.

Proseguiamo lungo Via Palazzo di Citta fin nell'omonima Piazza, dove in epoca romana sorgeva il Foro e ora domina il Palazzo Municipale, disegnato da Francesco Lanfranchi nel 1663. La piazza risulta un insieme raccolto, armonioso e uniforme dove lo spazio, privo di giardino, e sapientemente organizzato; nel suo centro si trova il monumento al Conte Verde, Amedeo VI di Savoia, realizzato da Pelagio Palagi.

Il percorso riprende lungo la via Garibaldi: all'angolo con via Botero, piu esattamente al civico 25, effettueremo un'altra sosta per visitare la Chiesa dei S.S. Martiri, la maggiore delle chiese del quartiere e, forse, una tra le piu sontuose della citta. Eretta nel 1577 ad opere dell'architetto Pellegrino Ribaldi, questa Chiesa ha un interno a pianta longitudinale con una sola ampia navata e presenta un altare maggiore disegnato da Juvarra.

Al numero 25 di via Garibaldi troviamo anche il solenne portone della Casa Professa dei Gesuiti, che permette di raggiungere, oltre agli uffici comunali, la preziosa Cappella della Pia Congregazione dei Banchieri e dei Mercanti, capolavoro dell'arte barocca e sede della Confraternita fondata nel 1663. Entrati nella Cappella, possiamo ammirare la volta affrescata, realizzata nella seconda meta del `600 dal Legnanino, e le sculture in legno dei Dottori della Chiesa, opera di Carlo Giuseppe Plura.

Rincamminiamoci per via Garibaldi e prestiamo attenzione alle strade che incrociamo: quando ci imbatteremo in via delle Orfane, saremo arrivati all'ultima chiesa della via, la Parrocchia di San Dalmazzo. Di origine cinquecentesca, nel `700 l'edificio venne abbellito all'esterno dai Barnabiti e a fine `800 venne trasformato in stile neomedioevale all'interno. Prima di lasciare Via Garibaldi, sulla sinistra, si potra ancora svoltare in via della Misericordia per ammirare la Chiesa della Misericordia (Via Barbaroux, 41), sede della Confraternita che assisteva i condannati a morte. La struttura attuale della Chiesa fu disegnata dall'architetto Nicolis di Robilant nel `700, mentre la facciata incompiuta e del 1828. Su quest'ultima chiesa, una curiosita: ogni domenica qui viene celebrata la messa in latino, secondo il rito di S. Pio V, accompagnata da canti gregoriani.



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Torino olimpionica
Torino 2006 e ormai alle porte: dal 10 al 26 febbraio 2006 la citta di Torino e altri sei comuni della provincia ospiteranno le Olimpiadi Invernali, coinvolgendo piu di 2500 atleti provenienti da 80 paesi che si affronteranno in 15 discipline sportive.

La citta si sta trasformando, e non soltanto per il fermento che la anima per quest'attesa, ma anche per la creazione di nuovi luoghi di sport nato dalla creativita ardita di noti architetti del panorama internazionale: Arata Isozaky, Gae Aulenti, Studio HOK Sport di Londra, Benedetto Camerana, Giorgio Rosental e il gruppo AIA architets. Torino 2006 sta cambiando rapidamente la citta di Torino sotto gli occhi dei suoi abitanti; con questo itinerario abbiamo percio pensato di fare un percorso che si snodi all'interno della citta alla ricerca delle nuove creazioni architettoniche sportive: tutti edifici che ritroverete, poi, al vostro ritorno a Torino come moderni centri per lo sport, gli affari e il divertimento.

Oval Palaghiaccio

L'Oval e un edificio progettato dagli studi di architetti HOK Sport di Londra e Zoppini di Milano e costruito fra il giugno '03 e l'agosto '05. Sorge nell'area del Lingotto, accanto al Villaggio Olimpico e collegato al centro e alle stazioni ferroviarie da una fitta rete di mezzi pubblici.

Durante i Giochi Olimpici e destinata ad ospitare le gare di pattinaggio di velocita su anello di 400 m delle diverse specialita uomini e donne, mentre nell'uso post-olimpico la struttura avra una destinazione dedicata ad attivita fieristiche ed espositive legate alla struttura del Lingotto Fiere, pur mantenendo la possibilita di utilizzare l'impianto sportivo del ghiaccio.

La superficie dell'edificio conta 2500 m e contiene una pista refrigerata per il ghiaccio ad anello. L'Oval, inoltre, ha una struttura di copertura d'acciaio con una grande vetrata, interamente sospesa, senza appoggi intermedi, in modo da creare un'unica superficie libera. Lungo il perimetro della pista le tribune per gli spettatori sono state preparate per accogliere circa 8.000 spettatori durante le Olimpiadi, ma la capienza dovrebbe ridursi a 2.000 nell'uso post-Olimpico grazie a tribune rimovibili.

Torino Palaghiaccio

Il nuovo palazzetto, sede olimpica ufficiale di allenamento, si trova a Torino in corso Tazzoli, nel quadrante sud ovest della citta; il sistema di trasporto pubblico urbano garantisce un facile raggiungimento dell'area.

La struttura si inserisce perfettamente nell'urbanistica della citta Torino, perche richiama le due anime della citta: razionalista e barocca. Questo grazie al grande muro curvilineo, ai mattoni a vista e ai giochi di luce.

Il Palazzetto del Ghiaccio di corso Tazzoli si configura come una struttura sportiva al servizio della citta. Durante i Giochi vi si svolgeranno gli allenamenti di pattinaggio di figura e di short-track; per quanto riguarda il suo utilizzo successivo, pare che debba diventare il centro degli sport su ghiaccio di Torino, dove quindi, in futuro, anche la gente comune potra emulare e "calcare le orme'' dei grandi campioni olimpionici.

Il Palavela

Il Palavela non e stato creato per Torino 2006: fu progettato in occasione dell'Esposizione "Italia `61'', per il primo centenario dell'Unita d'Italia. Tuttavia, per quest'evento e stato ristrutturato fra il maggio '03 e il febbraio '05 dagli architetti Gae Aulenti e Arnaldo De Bernardi, che con le loro ardite architetture lo hanno ha trasformato in un anfiteatro da 2.000 posti e in una sala da 2.800 posti. Ora l'edificio principale e inscritto in un cerchio di 150 m di diametro ed poggia su tre fulcri soli; la base circolare interna e di 130 m e l'altezza e di 29 m.

Dopo i Giochi, il Palavela sara predisposto per lo svolgimento di tutte le discipline sportive che si possono praticare in questi spazi e per altre attivita extra-sportive, come ad esempio concerti, congressi e fiere.

E situato nella zona sud-est di Torino, nell'arte compresa tra corto Unita d'Italia e via Ventimiglia, sulla riva sinistra del Po, all'interno del Distretto Olimpico del Lingotto.

Il Palavela sara il luogo dove si svolgeranno le gare di pattinaggio artistico e short track.

Il Palahokey (Palasport olimpico)

Il progetto del Palahokey porta la firma dell'architetto giapponese Arata Isozaki; questo palazzetto ha una struttura minimalista ed innovativa, in cui l'acciaio diventa specchio per la natura ed il cielo; composto da un grande volume in acciaio inox di 183x100 metri sospeso su una base alta 5 metri vetrata verso il parco.

Il nuovo palahockey e stato posizionato a fianco del vecchio stadio, parallelamente a corso Galileo Ferraris.

Sara sede delle gare olimpiche finche sara in corso Torino 2006, dopodiche potremo assistervi a eventi sportivi, concerti, spettacoli e manifestazioni.

Torino Esposizioni

All'interno del padiglione Giovanni Agnelli di Torino Esposizioni, in corso Massimo d'Azeglio e attiguo al Distretto Olimpico, e stata allestita una struttura provvisoria con campo di gara di 30m x 60 e circa 6.000 posti, che ospitera alcune partite di hockey su ghiaccio; ma essendo temporaneo, dopo le Olimpiadi l'impianto sportivo tornera al suo uso abituale.

Lo Stadio Olimpico

Sede delle Cerimonie di apertura e di chiusura dei Giochi, lo Stadio Olimpico si trova nel quartiere popolare di Santa Rita, a sud, tra corso Sebastopoli e via Filadelfia.

Lo Stadio Olimpico e l'ex Stadio Comunale, costruito nel 1933 e ora restaurato e rifunzionalizzato a spese del Torino Calcio, che si e accordato col Comune di torino in cambio di un diritto di superficie novantennale. L'intervento di restauro comprende la realizzazione di un terzo anello di gradinate, sormontato da una copertura continua, e la messa a norma delle strutture esistenti. La capienza dell'impianto e di circa 27.500 posti.

Per le Cerimonie sono previsti una serie di interventi ad hoc: l'ampliamento del numero delle sedute mediante strutture temporanee, la realizzazione di un imponente allestimento sceno-tecnico, la predisposizione del calderone olimpico. Durante le Cerimonie lo Stadio raggiungera una capienza di circa 35.000 posti.

In fase post olimpica lo Stadio Comunale ospitera le partite casalinghe del Torino Calcio.

Il Villaggio Olimpico

Il Villaggio Olimpico di Torino e uno dei tre che ospiteranno i 2.600 atleti durante i Giochi (gli altri due sono a Sestriere e Bardonecchia). La sua superficie complessiva e di circa 70.000 mq.

Il progetto e stato scelto attraverso un concorso internazionale vinto da un raggruppamento coordinato dagli architetti Benedetto Camerana e Giorgio Rosental. La zona interessata, attigua al Lingotto e collegata da un ponte pedonale al quartiere generale di Torino 2006, e oltre centomila metri quadrati.

L'imponente ponte ad arco simboleggia la trasformazione da luogo di mercato a Villaggio Olimpico ed e testimonianza del passaggio dal passato al futuro ed emblema della Torino che cambia.

All'interno del Villaggio Olimpico potremo trovare un centro di accreditamento, un centro commerciale, una sala mensa per gli atleti e gli accompagnatori, sale mediche e sale massaggi, zone riservate al personale del villaggio e altre per il tempo libero. Attorno al nucleo centrale verranno costruite le strutture residenziali per gli atleti; nello stesso complesso sorgera anche un Villaggio Media.

Il Villaggio sara realizzato seguendo i criteri della bioarchitettura: pannelli e celle fotovoltaiche, una rete di teleriscaldamento e sistemi solari ad aria per la ventilazione; si ipotizza un risparmio del 60% dell'energia usata e delle emissioni inquinanti. Dopo le Olimpiadi diventera patrimonio della citta; in parte verra riconvertito a uso residenziale, in parte ospitera spazi per la ricerca e i servizi avanzati.

  • Maggiori informazioni:
  • http://www.agenziatorino2006.it/opere/index.htm
  • http://www.torino2006.org/ambiente/content.php?idm=100137
  • http://www.pho-to.it/

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