Vini Piemontesi e
degustazioni di vino a Torino
I vini piemontesi sono classificati fra i migliori vini del mondo. La produzione del vino in Piemonte non è così cospicua come in altre zone d'Italia, la regione offre però una grande varietà di vini doc e docg (sono più di 70). Il 90% dei vini bianchi e il 75% dei vini rossi piemontesi sono certificati, e questo fa del Piemonte la prima regione in Italia in termini di qualità della produzione vinicola.
La tradizione del vino ha origini molto antiche qui, nonostante la mancanza di spazio per la coltivazione di uva - che è generalmente svolta in collina - una caratteristica che i piemontesi hanno rivolto a loro vantaggio dato che la quantità di vino prodotto è ridotta per mantenere la qualità.
Ogni singola provincia in Piemonte è famosa per la produzione di un particolare tipo di vino che si distingue in genere per una caratteristica speciale climatici e per una tecnica di coltivazione specifica.
La provincia di Torino, presenta una grande varietà di produzione, dal rosso al vino bianco secco o amabile. Doc vini certificati prodotti qui Barbera, Erbaluce di Caruso (un buon vino bianco prodotto nella zona Canavese, sulle colline tra Biella e Torino) e Freisa.
I Vini Piemontesi sono, al giorno d'oggi, considerati fra i vini migliori di tutta Italia.
A seguire una breve descrizione:
BAROLO
Il Barolo, prodotto a sud-ovest di Alba, nella cosiddetta Langa del
Barolo, e un vino dalle caratteristiche uniche determinate dal complesso
profilo geologico della zona.
La sua storia e importante: gia nel `700 aveva estimatori in tutta
Europa e agli inizi dell'800 comincio a essere prodotto con le
caratteristiche attuali.
Grazie alle caratteristiche organolettiche e alla sua grande struttura,
il Barolo si dimostro subito vino adeguato all'invecchiamento e
all'esportazione. Il suo successo europeo porto nel 1908 alla
delimitazione della zona d'origine e, nel 1934, alla fondazione del
"Consorzio di Tutela'' insieme al Barbaresco; del 1966 e il
riconoscimento della DOC e al 1980 quello della DOCG.
Cesare Pavese diceva: "Tre nasi sono quel che ci vuole per il Barolo''.
Il Barolo trova il giusto abbinamento con piatti come arrosti di carne
rossa, brasati, cacciagione, selvaggina, cibi tartufati, formaggi a
pasta dura e formaggi stagionati. Le ricette piu note e tradizionali
sono il Brasato al Barolo, il Risotto al Barolo, il Manzo al Barolo,
l'Anguilla Piemontese al Barolo e lo Stracotto al Barolo.
In onore del Barolo la regione organizza molte sagre e feste, come la
Festa del barolo che si svolge a settembre nell'omonimo comune.
Bonarda
E un antico vino piemontese delicato, sui 12 gradi, dal colore rosso rubino e ottenuto da un'uva nera chiamata Bonarda piemontese. Si produce in quasi tutto il Piemonte, ma soprattutto nella zona prealpina da Torino a Novara e nel Monferrato.
Barbera
Questo vino rosso rubino molto antico (il nome risale a prima dell'anno
Mille) e tra i piu consumati in Piemonte ed e citato anche nella
letteratura italiana classica da grandi poeti come Giosue Carducci e
Giovanni Pascoli.
Ne esistono ben quattro tipologie DOC: la Barbera d'Alba, dal sapore
asciutto e un po' acido, di gradazione alcolica 12 gradi e invecchiata
almeno di un anno; la Barbera d'Asti, anch'essa dal sapore asciutto e
acido, di minimo 12,5 gradi e un anno di invecchiamento; la Barbera dei
Colli Tortonesi, vino secco, vivace e robusto, di minimo 12 gradi, puo
essere fatta, oltre che con le uve Barbera, anche con un 15% di uve
Freisa, Bonarda e Dolcetto; infine la Barbera del Monferrato, dal colore
rosso intenso e dal sapore asciutto, fatta con uve Barbera dal 75 al 90%
e un'aggiunta di uve Freisa, Grignolino e Dolcetto, puo essere
lievemente frizzante; si puo bere "giovane'', cioe gia l'anno seguente
alla vendemmia.
Freisa
E un vino rosso scuro il cui nome deriva dal francese fraise (fragola),
di cui profuma. Esiste sia la varieta amabile sia la secca, nasce
dall'uva omonima e puo essere bevuto l'anno dopo la vendemmia. Durante
le epidemie di peste del `500, a Chieri veniva usata come unico rimedio
contro il contagio.
Proviene da due distinte zone di origine, Asti e Chieri: la Freisa
d'Asti ha un colore rosso granato o anche rosso ciliegia chiaro e un
netto profumo (e anche gusto) di lampone; la Freisa di Chieri nel colore
tende al rubino non troppo intenso e da "giovane'' ha un gusto
leggermente acidulo, che si ammorbidisce invecchiando.
Erbaluce
L'Erbaluce, detto anche Albaluce, e un vino bianco ottenuto dall'uva
omonima, coltivata nella zona di Caluso e del Lago di Candia, in
provincia di Torino. E un vino non ancora molto famoso nonostante sia
molto ricercato dagli esperti per le sue ottime qualita di vino da
pasto.
L'Erbaluce ha un colore giallo paglierino, un sapore secco, fresco,
raggiunge gli 11 gradi e di solito e consumato entro il suo primo anno
di vita.
Malvasia
Le Malvasie piemontesi sono vini rossi, dolci, fragranti, leggermente
aromatici. Sull'origine del nome esista una leggenda: un certo Adimaro,
colono del feudatario di Nus, venne sorpreso da questi mentre portava in
chiesa del vino per il parroco, ottenuto da una vigna coltivata
all'insaputa del padrone. Il feudatario volle sapere di che liquido si
trattasse e Adimaro rispose: "succo di malva''. Il padrone non si fido
e volle assaggiare; allora Adimaro, temendone la collera, invoco il
miracolo: "che malva sia, per favore, mio Dio'', e il vino si trasformo
veramente in succo di malva; da allora sarebbe rimasto il nome "malva -
sia''.
La Malvasia di Casorzo puo essere fatta con aggiunte fino al 10% all'uva
Malvasia e ha colore rosso rubino o rosso ciliegia; la Malvasia di
Castelnuovo Don Bosco e fatta con uve Malvasia di Schierano con aggiunta
di Freisa ed e color rosso ciliegia; entrambe non superano i 10,5 gradi
e non tutti sviluppata in alcol, ma ancora in tenore zuccherino (esiste
anche qualche varieta spumante); di solito si bevono l'anno seguente la
vendemmia.
Passito di caluso
Secondo la tradizione il Passito di Caluso nasce nel Canavese nei primi
secoli dopo il Mille, sull'onda dell'entusiasmo per il "vino greco'',
un tipo di vino ricco di alcol, dolce e fortemente aromatico; i
produttori piemontesi iniziarono cosi a coltivare vitigni adatti e
ancora oggi molti vitigni in Piemonte vengono chiamati "greci''
E l'unico vino in Italia che richiede almeno sei mesi di appassimento
naturale (cioe senza alcuna forzatura), dai primi di settembre alla fine
di febbraio dell'anno successivo alla vendemmia, poi i grappoli vengono
disposti su graticci o appesi ai fili e solo dopo 4 anni di
invecchiamento e 5 per la "riserva'' puo essere venduto e bevuto. Il
Caluso Passito, inoltre, e uno dei pochi vini che regge benissimo
l'invecchiamento: un Caluso Passito di oltre 50 anni fa mantiene ancora
tutte le sue qualita.
Ha un colore dorato o simile all'ambra scura, un sapore dolce e
vellutato e minimo 13,5 gradi; e un tipico vino da dessert, ma anche
accompagnare ai formaggi e da "meditazione''.
Vermouth
I grandi vini del Piemonte non sono torinesi, ma lo e un
grande liquore: il vermouth. Infatti, sebbene il nome derivi dal tedesco
"assenzio, amaro'', il liquore ha invece natali torinesi
In realta, il vermouth e un vino "truccato'' con erbe e spezie, ed il
vino aromatizzato ha invece origini antichissime: le prime testimonianze
della sua esistenza risalgono al 400 a.C. e nell'antica Grecia la
bevanda era piuttosto diffusa. Nel Medio Evo il vino aromatizzato si
arricchi di spezie giunte dall'Estremo Oriente e, piu tardi, dal Sud
America. La prima capitale italiana della produzione del vino
aromatizzato fu Venezia, ma il Piemonte (e specialmente Torino) divento
punto di riferimento internazionale perche le erbe e gli aromi delle
Alpi e la produzione dei vini secchi davano notevole vantaggio.
La tradizione vuole che a Torino il vermouth sia stato inventato nel
1786 in una piccola bottega sotto i portici dell'odierna piazza
Castello, di proprieta del signor Marendazzo, il cui aiutante si
chiamava Antonio Benedetto Carpano. Questo ragazzo, arrivato a Torino
dal Biellese, aveva molto apprezzato il vino moscato e aveva deciso di
ricavarne un vino aromatizzato, aggiungendogli erbe e spezie delle sue
valli, secondo antiche ricette imparate da alcuni frati. Cosi nacque il
vermouth e la piccola bottega divenne ben presto ritrovo dei torinesi,
entusiasti del nuovo vino aromatizzato; perfino il duca Vittorio Amedeo
III apprezzo tanto il nuovo liquore da proclamarlo aperitivo di corte.
La ricetta di Carpano non era che una variante di quelle gia note da
tempo ai produttori torinesi, ma fu la prima che diede l'impulso alla
grande produzione del vermouth italiano, che ebbe da allora in Torino la
propria capitale.
Nell'800 i grandi produttori di vermouth cominciarono ad esportare,
prima in Europa e poi in America; ancora oggi il vermouth costituisce il
25% delle esportazioni italiane di vino nel mondo.
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Degustazione vini della Regione Piemonte Barolo
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