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Musei a Torino




Museo Nazionale del Cinema Il Museo Nazionale del Cinema è uno scenografico ed emozionante percorso visivo che offre ai visitatori la possibilità di scoprire le origini e la storia del cinema.

Il Museo nasce a Torino nel 1941, da un progetto di Maria Adriana Prolo, collezionista e storica. Nel 1942 la città di Torino mette a disposizione del Museo alcuni locali della Mole Antonelliana dove conservare ed esporre i materiali che la collezionista sta raccogliendo.

Dal 1953 il Museo è membro della Fédération Internationale des Archives du Film (fiaf) e nel 1992 diviene Fondazione grazie al sostegno della Regione Piemonte, del Comune di Torino, della Provincia di Torino, della Cassa di Risparmio di Torino e dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema.

Oggi il Museo Nazionale del Cinema, dopo alcuni spostamenti, è ritornato nella sua sede originaria, nella Mole Antonelliana: inaugurato nel luglio 2000, lo spettacolare allestimento dell'architetto François Confino, ha trasformato il monumento simbolo della città in un museo allestito in verticale unico al mondo.

Suddiviso su cinque livelli, con una superficie di 3.200 metri quadrati, il Museo si adatta perfettamente all'insolita architettura della Mole, sfruttandola anzi per offrire sorprendenti visioni aeree e percorsi personali.

Sulla scala elicoidale ci sono i manifesti cinematografici, nelle chapelle la storia di più di un secolo di cinema, dal cinema d'animazione alla fantascienza, dall'horror al cinema d'amore e morte.

Museo nazionale del cinema alla Mole Antonelliana
Sede: Via Montebello 20, 10124, Torino
Info Tel.: +39 011 812.56.58 / +39 011.88.24.86
Info Fax: +39 011 812.57.38
E-mail: info@museonazionaledelcinema.org
Web: http://www.museonazionaledelcinema.org/
Orari: da martedì a domenica 9:00 - 20:00 escluso sabato (9:00-23:00); lunedì chiuso
Prenotazioni: mar.-ven. h 9.00-13.00
Prezzi museo: intero €5,20, ridotto €4,20, scuole €2,10 (senza visita guidata)
Prezzi ascensore panoramico: intero €6,80, ridotto €5.20, scuole €3,68 riduzioni per: oltre 65 anni, fra 11 e 16 anni, studenti universitari fino a 26 anni, gruppi di almeno 15 persone con prenotazione obbligatoria gratuito per minori di 10 anni, categorie professionali e al personale per motivi di servizio o funzione

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Museo di arte contemporanea, Castello di Rivoli Il Castello di Rivoli, imponente castello barocco posto in posizione strategica sulla collina morenica all'imbocco della Valle di Susa, già casa-forte nel secolo XI e passato ai Savoia nel XIV, fu riplasmato dagli architetti Ascanio Vitozzi, Carlo e Amedeo di Castellamonte, Michelangelo Garove e dal grande Filippo Juvarra nel 1715-27; Juvarra fornì un ambizioso progetto di ampliamento, rimasto incompiuto e del quale resta testimonianza nella cosiddetta Manica Lunga.

Il Castello di Rivoli ospita il Museo di arte contemporanea, il più importante museo italiano del settore; ha una collezione permanente che raccoglie opere di grandi artisti europei e americani (alcune realizzate appositamente per gli spazi del castello), e propone ogni anno un ampio calendario di mostre con prestigiosi artisti internazionali.

Costituitasi a partire dal 1984, anno di apertura del museo, la Collezione Permanente del Castello di Rivoli viene costantemente arricchita grazie a nuove acquisizioni, donazioni e prestiti a lungo termine.

La Collezione documenta i momenti cruciali dello sviluppo dell'arte contemporanea in Italia e all'estero dagli anni Cinquanta ad oggi. Grazie alle acquisizioni di opere presentate nelle mostre temporanee, l'ampliamento della Collezione riflette anche la storia dell'attività del Museo.

L'apertura della Manica Lunga ha permesso il riallestimento della Collezione sui due piani del Castello. L'allestimento, in parte cronologico, rispecchia la complessità della vicenda artistica e la costante evoluzione del linguaggio dei suoi protagonisti.

Il nuovo percorso, che tende alla realizzazione di sale monografiche, fa sì che ciascuna sala rappresenti uno o più momenti del lavoro di ciascun artista, oppure si offra come occasione di dialogo tra opere di artisti diversi.

Le opere della Collezione vengono esposte a rotazione, nell'intento di offrire una panoramica sull'identità culturale del Museo.

La varietà architettonica delle sale del Castello di Rivoli costituisce un originale contesto per le opere d'arte contemporanea che vi trovano collocazione permanente o temporanea.

Il Museo, un luogo unico al mondo proprio per queste caratteristiche, dispone di trentotto sale e del terzo piano della Manica Lunga, che insieme compongono uno spazio espositivo di circa settemila metri quadrati.

Esso diviene la cornice ideale per esporre le opere d'arte di oggi che ogni volta svolgono un dialogo diverso ed imprevisto con la cultura del passato.

Castello di Rivoli
Sede: Piazza Mafalda di Savoia, 10098 Rivoli (TO)
Info - Tel.: +39 011 9565222
Info - Fax: +39 011 9565230
E-mail: info@castellodirivoli.org
Web: http://www.castellodirivoli.org/
orario: da martedì a giovedì: 10-17, da venerdì a domenica: 10-21 / 24 e 31 dicembre: 10-17 / lunedì chiuso, aperto il lunedì di Pasqua, chiuso 1/1, 1/5 e 25/12
Prezzi: intero € 6,50, ridotto per ragazzi 11-14 anni, pensionati, insegnanti, studenti, disabili, militari, associazioni culturali ed enti convenzionati.
Gratuito per i minori di 11 anni.
visite: visite guidate gratuite alla Collezione e alle mostre in corso ogni sabato alle ore 15.30 e 18.00; ogni domenica e festivi alle ore 11.00, 15.00 e 18.00. Visita dedicata alla storia e alla architettura del Castello di Rivoli, tutte le domeniche alle ore 16.30.:

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Galleria civica di Arte moderna e contemporanea Torino fu la prima città italiana che promosse una raccolta pubblica d'arte moderna come parte costitutiva del proprio Museo Civico, aperto nel 1863. Le collezioni furono conservate dapprima insieme alle raccolte di arte antica in un edificio presso la Mole Antonelliana.

Nel 1895 furono trasferite in un padiglione prospiciente corso Siccardi (ora Galileo Ferraris), costruito anni prima per una mostra d'arte, e rimasero lì fino al 1942.

Durante la Seconda Guerra Mondiale quel padiglione fu distrutto e sul medesimo sito sorse l'attuale edificio progettato da Carlo Bassi e Goffredo Boschetti, che venne inaugurato nel 1959, chiuso nei primi '80 per inagibilità e riaperto nel 1993, profondamente rinnovamento: è stato ampliata la superficie espositiva, è stato dotato di impiantistica moderna e reso accessibile in ogni parte ai disabili.

Un esteso lavoro di conservazione e di restauro è stato compiuto nel frattempo sulle raccolte d'arte.

Il complesso museale si compone ora, oltre che delle gallerie per l'esposizione permanente, di sale per mostre temporanee, di ambienti per le attività didattiche, di uno spazio per mostre a rotazione delle opere custodite nei depositi, di biblioteca e fototeca (e dal 1999 anche videoteca) aperte al pubblico.

Il patrimonio artistico della Galleria è costituito da 15.000 opere tra dipinti, sculture, installazioni e fotografie, oltre che da una ricca collezione di disegni e incisioni.

Le raccolte, che datano dalla fine del XVIII secolo ai giorni nostri, documentano soprattutto l'arte italiana, ma non mancano esempi importanti di arte straniera. Le opere esposte permanentemente sono oltre 700.

Per l'Ottocento sono famose le presenze di Massimo d'Azeglio, dei paesisti Fontanesi e Delleani, di Pellizza da Volpedo, Mancini, Fattori e degli scultori Medardo Rosso e Vincenzo Gemito.

Quanto al Novecento le collezioni sono ricche di opere di Casorati, Martini, Morandi, De Pisis, Manzù, Melotti, Burri, Fontana, Mastroianni.

Un insieme scelto di dipinti documenta le avanguardie storiche internazionali da Modigliani a Balla, Severini, Boccioni, De Chirico, da Dix a Ernst, Klee e Picabia.

L'arte contemporanea è rappresentata a raggio internazionale nell'ambito informale e con opere NeoDada, di Pop Art, oltre che da una ricca selezione di opere italiane degli anni Sessanta del Museo Sperimentale e da un scelto nucleo di Arte Povera.

Le gallerie di esposizione sono divise in aree, ciascuna delle quali è dedicata ad un raggruppamento di opere tra di loro coerenti, raggruppamento che in taluni casi è a sua volta suddiviso in diversi spazi contigui.

Il percorso espositivo inizia dal secondo piano, dove sono esposte le opere più antiche, della fine del Settecento e dell'Ottocento. Il quadro culturale riguarda in particolare il Piemonte, ma sono dedicate alcune sale anche all'arte delle altre regioni italiane e ad opere straniere.

L'esposizione continua al primo piano con le raccolte del Novecento, che arrivano sino agli anni Novanta.

All'arte italiana si affianca l'arte straniera.

Il percorso segue un ordine cronologico ma intende evidenziare anche la compresenza, di tematiche e di linguaggi diversi e mostrare la dialettica dei movimenti artistici; dà inoltre ampio spazio a personalità di rilievo e a importanti donazioni che sono pervenute al Museo dal collezionismo privato.

Sede: Via Magenta 31, 10128, Torino
Info - Tel.: +39 011 442 95 23 (ufficio stampa)
Info - Tel.: +39 011 442 95 18 (segreteria e centralino)
Info - Tel.: +39 011 4429546 (prenotazione gruppi e scuole)
Info - Fax: +39 011 442 95 50
E-mail: gam@fondazionetorinomusei.it
Web: http://www.gamtorino.it/
Orari: da martedì a domenica, dalle ore 9.00 alle ore 19.00 (lunedì chiuso)
Prezzi: € 7,50 intero - € 4,00 ridotto - € 6,00 ridotto 20%; gratuito martedì tutto il giorno

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Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli L'ultimo prestigioso luogo dell'arte a Torino è nato per volontà del presidente onorario della Fiat Giovanni Agnelli e della moglie Marella. Situato negli spazi del Lingotto ed ideato dall'architetto Renzo Piano, che aveva già firmato la ristrutturazione dell'intera area industriale, è stato chiamato lo Scrigno: infatti, come un preziosissimo scrigno, la Pinacoteca accoglie 25 pezzi della collezione privata di Giovanni e Marella Agnelli, oltre a promuovere mostre temporanee ed altri eventi.

Sede: Lingotto, Via Nizza 230, 10126 Torino
Info - Tel.: +39 011 0062713
Info - Tel.: +39 011 0062008(per prenotazioni)
Info - Fax: +39 011 0062115
E-mail: segreteria.pinacoteca@fiatgroup.com
Web: http://www.pinacoteca-agnelli.it
Orari: estivo da martedì a domenica 10 - 19 (la biglietteria chiude alle 18.15); chiuso lunedì.
Prezzi: 6 € intero, 5 € ridotto gruppi, 4 € ridotto scuole e ragazzi fino a 16 anni

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Accademia Albertina delle Belle arti di Torino Il nome Accademia Albertina rimanda a Carlo Alberto di Savoia in realtà, al Re sabaudo si deve la decisiva "rifondazione" dell'Accademia nel 1833, le origini di questa sono molto più remote, tanto che l'Accademia torinese si può considerare una delle più antiche d'Italia.

Già nella prima metà del Seicento è attiva a Torino un'Università dei Pittori, Scultori e Architetti, che diventa nel 1652 Compagnia di S. Luca, e che assumerà per la prima volta, ma definitivamente, l'appellativo di Accademia nel 1678, quando Maria Giovanna di Savoia-Nemours, vedova di Carlo Emanuele II, fonda l'Accademia dei Pittori, Scultori e Architetti, ispirandosi al modello dell'Académie Royale di Parigi.

Intorno al 1833 si attua una vera e propria "rifondazione" ad opera di Carlo Alberto: alla Regia Accademia Albertina viene assegnata una nuova sede nell'edificio tuttora occupato; l'Accademia viene inoltre dotata di una significativa Pinacoteca, dove confluiscono le collezioni del marchese Monsignor Mossi di Morano e i preziosi cartoni gaudenziani già di proprietà sabauda.

Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento l'Accademia accompagna degnamente il passaggio dal realismo all'arte nuova, nella direzione dell'eclettismo, del Liberty e di un rinnovamento delle tematiche, con la pittura di paesaggio e di genere, che vede come protagonisti Antonio Fontanesi, Giacomo Grosso, Cesare Ferro, e con la scultura di Vincenzo Vela, Odoardo Tabacchi ed Edoardo Rubino.

L'Albertina consuma l'ultima svolta a cominciare dall'inizio degli anni '40, con l'apporto di alcuni significativi rappresentanti della cultura figurativa torinese aggiornati sui modelli dell'avanguardia mitteleuropea e francese: Casorati, Paulucci e successivamente Menzio per la pittura, Cherchi per la scultura, Calandri per l'incisione, Kaneclin per la scenografia, ottimamente coadiuvati da validi assistenti come Galvano, Scroppo, Davico, che documentano gli sviluppi dell'arte nell'immediato dopoguerra.

In questi ultimi anni l'Accademia Albertina si è ulteriormente trasformata e rinnovata, promuovendo numerose iniziative didattiche e culturali. Da segnalare, nella fattispecie, la riorganizzazione e la riapertura al pubblico della Pinacoteca, l'intensa attività di mostre, conferenze, seminari e manifestazioni, la massiccia introduzione dell'informatica nell'Accademia e l'istituzione del nuovo corso sperimentale di Conservazione e Restauro a partire dall'anno scolastico 1997-98.

Dopo una parentesi durata decenni, da qualche anno ha riparto al pubblico anche la Pinacoteca dell'Accademia, che si propone non solo come prezioso strumento didattico, ma anche come patrimonio museale di grande interesse, ben degna di assumere un ruolo di rilievo accanto alle altre Istituzioni pubbliche torinesi quali la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea o il Museo d'Arte Contemporanea di Rivoli.

In dodici ampie sale, allestite secondo i più moderni criteri di conservazione e di fruizione, la Pinacoteca ospita oltre trecento dipinti, sculture e disegni, tra cui una preziosa collezione di sessanta cartoni di Gaudenzio Ferrari e della sua scuola Le origini della Pinacoteca risalgono agli anni 1824-29, con la donazione della "quadreria" appartenente all'arcivescovo casalese Vincenzo Maria Mossi di Morano:

oltre duecento dipinti, cui si aggiunge pochi anni dopo (1932) la donazione, da parte di Carlo Alberto, della ricca collezione di sessanta cartoni e disegni cinquecenteschi fino ad allora conservati nei Regi Archivi, e connessi essenzialmente all'attività di Gaudenzio Ferrari e della sua scuola. In prima istanza, la Pinacoteca dell'Accademia era destinata a favorire "l'istruzione dei giovani inclinati alla bell'arte del disegno e delle pitture";

la sua funzione era dunque anzitutto didattica, e in quest'ottica fu arricchita, nel corso del secolo, grazie a lasciti e donazioni, nonché con l'apporto di opere realizzate dai docenti e dagli stessi allievi, il cui numero doveva essere assai cospicuo, e di cui oggi non restano che tracce isolate:

già nel 1933, l'Inventario di Noemi Gabrielli documenta chiaramente la scomparsa di questo nucleo di opere ottocentesche realizzate nell'ambito dell'Accademia.

Proprio questo suo stretto legame con l'insegnamento accademico ha confinato la notorietà della Pinacoteca ad un ambito ristretto di pochi studiosi: i soli, del resto, che potessero accedervi, dato che prima delle recente ristrutturazione non si può dire che sia mai stata aperta al pubblico. Solo da pochi anni, dopo il recupero dei locali fino allora occupati dal Liceo Artistico, la Pinacoteca è entrata a pieno diritto nell'ambito delle grandi istituzioni piemontesi, anche se la sua fama non è ancora proporzionata al valore delle opere che ospita.

Sede: via Accademia Albertina, 6 - 10123 Torino
Info - Tel.: +39 011 889 020
Info - Fax: +39 011 812 56 88
E-mail: info@accademialbertina.torino.it
Web: http://www.accademialbertina.torino.it/

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Museo della Montagna Duca degli abruzzi Il Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi si trova Torino, lateralmente alla chiesa ed al convento dei Cappuccini al Monte, in una posizione panoramica dalla quale si possono ammirare un lungo tratto di Alpi e la sottostante città.

L'idea di costituire questo Museo nacque nel 1874 tra i primi soci del Club Alpino Italiano, che era nato un decennio prima nella stessa città. Sebbene nato con orizzonti ristretti, il Museo ha saputo crescere e allargarsi, tanto che attualmente opera, con un'ampia e composita attività, sia a livello nazionale che internazionale.

Vuole essere un collegamento di unitarietà culturale che unisce idealmente, sotto tutti gli aspetti, le montagne di tutto il mondo. Quindi, seguendo lo scopo prefissato, all'allestimento museografico fisso si aggiungono delle esposizioni temporanee.

Il Museo Nazionale della Montagna si articola su tre livelli: a piano terra, quello dell'ingresso, si trattano gli aspetti naturalistico-ambientali della montagna, delle sue tradizioni, della vita, dell'arte e degli apporti tecnologici che ne hanno determinato le trasformazioni.

Il settore al primo piano riguarda invece la pratica alpinistica nelle sue varie manifestazioni storiche, esplorative, sportive, completandosi poi con i servizi civili che le sono stati predisposti.

Nel piano seminterrato delle "arcate" sono disponibili locali da adibire a mostre temporanee o manifestazioni. Nel Museo funzionano due centri di documentazione, quello del Museo e il CISDAE (Centro Italiano Studio Documentazione Alpinismo Extraeuropeo) e una Cineteca Storica.

Club Alpino Italiano - Sezione di Torino
Sede: Via G.Giardino 39 - Torino
Info - Tel.: 0116 604 104
Info - Fax: 0116 604 622
E-mail: posta@museomontagna.org
Web: http://www.museomontagna.org/
Orari: dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19. Chiuso il lunedì.
Prezzi: intero € 5,00, ridotto € 3,50, soci Cai € 2,50

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Museo Egizio Il Museo delle Antichità Egizie di Torino è uno dei più importanti se non il più importante d'Europa: vi sono reperti e collezioni della civiltà dei Faraoni dal XVII secolo ad oggi.

La collezione è caratterizzata da numerosissimi oggetti e documenti eccezionali: statue, papiri, sarcofagi, stele, mummie, oggetti in bronzo, monili, vasellame ed altri oggetti di vita quotidiana. La scultura più antica è la statua della principessa Redi scolpita al tempo della III dinastia (2.800 a. C. circa).

Con oltre tre secoli di storia il Museo Egizio di Torino si pone come una delle collezioni egizie più importanti grazie anche ai documenti ritenuti fondamentali per la ricerca egittologia; inoltre, le antichità sono così varie e numerose da rendere possibile un quadro della civiltà dell'Egitto antico dalle origini al V - VI secolo d.C. L'esposizione articolata su tre piani, ben disposta, permette una visita ai settori più importanti in circa due ore, non impedendo ai più interessati di perdere il senso del tempo lasciandosi affascinare da tutte le meraviglie esposte.

Un progetto di ampliamento degli spazi espositivi e di riordino della collezione è in corso per adeguare il Museo al pubblico futuro con maggiori servizi informativi e didattici.

Il Museo delle Antichità Egizie è una delle più importanti collezioni egizie e la sua storia segue le vicende della riscoperta della civiltà faraonica dal XVII secolo ai giorni nostri.

Nel '600 i Savoia acquisiscono dai Gonzaga di Mantova la "Mensa Iliaca", tavola di bronzo ageminato con raffigurazioni di cerimonie religiose in onore della dea Iside. La sua scoperta a Roma nel 1527 sollecita gli studi sulla civiltà egizia.

Nel '700 Carlo Emanuele III di Savoia invia il naturalista padovano Vitaliano Donati, in missione scientifica in Oriente e dalla spedizione nella Valle del Nilo pervengono a Torino la statua della dea Iside, scoperta a Coptos e le statue del faraone Ramesse II e della dea Sekhmet, riportate alla luce nel tempio della dea Mut a Karnak (Tebe).

La fine del '700 e l'inizio dell'800 sono fondamentali per la formazione del Museo, la riscoperta dell'antico Egitto e la nascita dell'egittologia.

Nel 1799 la spedizione scientifica al seguito dell'armata napoleonica nella Valle del Nilo inizia un'eccezionale documentazione dell'Egitto, pubblicata nei volumi della Description de l'Egypte, che fanno conoscere l'Egitto all'Europa dell'800.

Dello stesso anno è la scoperta, da parte di un ufficiale di Napoleone, della Stele di Rosetta, una stele con scrittura geroglifica, demotica e greca, che il francese Jean-François Champollion decifrerà nel 1822 ponendo le basi dell'egittologia. A seguito di tali avvenimenti consoli delle varie nazioni d'Europa, viaggiatori ed avventurieri si dedicano alla raccolta di antichità nella Valle del Nilo e cospicue collezioni raggiungono l'Europa, divenendo i nuclei dei futuri grandi musei egizi.

Il Museo Egizio di Torino definisce la sua fisionomia in questo periodo ed è tra i primi ad affermarsi come grande raccolta di antichità egizie, cui si affiancano negli anni seguenti le collezioni egizie del Louvre di Parigi, del British Museum di Londra, di Berlino, di Leida, di Bruxelles, di Vienna. Nel 1824 Carlo Felice di Savoia acquista la collezione di Bernardino Drovetti, piemontese, che si era appassionato alla ricerca delle antichità durante la sua permanenza in Egitto in qualità di Console Generale di Francia: la costituiscono oltre 8000 oggetti con grandi statue, papiri, stele, sarcofagi e mummie, oggetti di bronzo, amuleti e monili e oggetti della vita quotidiana (vasellame, cibi, utensili, cofani e ceste, sgabelli, stoffe e oggetti di cosmesi con parti di parrucche, specchi, pettini, spilloni, vasetti per pomate e unguenti ecc.), ma anche documenti che mostrano l'arte, le tradizioni religiose e funerarie, la vita quotidiana. Simbolo della raccolta è la statua del faraone Ramesse II, considerata uno dei capolavori della scultura egizia.

Altre importanti opere della statuaria monumentale egizia della collezione sono esposte nello Statuario ad illustrare l'alto livello artistico raggiunto dalla scultura egizia e la perizia degli artigiani nella lavorazione delle pietre d'Egitto; la scultura più antica della collezione è la statua della principessa Redi, scolpita nella diorite al tempo della III dinastia (2800 a.C.circa).

più numerose e sono le statue dei faraoni, delle divinità e dei dignitari del Nuovo Regno dalla XVIII alla XX dinastia.

La scultura più antica della collezione è la statua della principessa Redi, scolpita nella diorite al tempo della III dinastia (2800 a.C.circa).

più numerose e documento eccezionale dell'arte egizia per un periodo di oltre quattrocento anni sono le statue dei faraoni, delle divinità e dei dignitari del Nuovo Regno dalla XVIII alla XX dinastia. Ricordano la grandezza dei faraoni d'Egitto le statue di Thutmosi III e di Amenhotep II, i gruppi statuari di Tutankhamon e del dio Amon e di Horemheb e della regina Mutnegemet, la statua colossale del faraone Sethi II, il gruppo scultoreo di Ramesse II con il dio Amon e la dea Mut e di Ramesse II seduto su trono. Documenti altrettanto importanti sono i papiri e le immagini votive delle divinità, cui erano dedicati bronzetti, iscrizioni, statue e statuette e oggetti di culto.

Interessante è la sezione delle mummie degli animali sacri, collegati al culto delle divinità: ibis e babbuini del dio Thot, coccodrilli del dio Sobek, falchi del dio Horo, tori del dio Hapi, pesci della dea Neith, gatte della dea Bastet.

I molteplici aspetti della vita quotidiana sono illustrati dalla suppellettile di tipo domestico, che comprende vasellame per la mensa e la conservazione degli alimenti, ceste e cofani per vestiario, letti e poggiatesta, lenzuola e tele, sandali, monili e cibi.

Altrettanto cospicua è la documentazione pertinente alle arti e ai mestieri con attrezzi da lavoro, quali zappe, punteruoli, martelli, crogioli di fusione, colori e una classe particolare di oggetti, costituita da schegge di calcare e cocci, usati dagli scribi e dai disegnatori per esercizi, appunti ed abbozzi di disegno.

Acquisti e scavi procurano al Museo oltre 30.000 antichità, che integrano il quadro sulla civiltà egizia fornito dalla collezione Drovetti, i cui oggetti provengono per lo più nella zona di Tebe ed appartengono al periodo dal Nuovo Regno all'Epoca Tarda, quando Tebe era stata capitale dell'Egitto e suo massimo centro religioso.

Sede: via Accademia delle Scienze 6, Torino
Info - Tel.: 011 5617776 (sovrintendenza) - 011 5618391 (biglietteria)
Orari: 8.30-19.30; lunedì chiuso;chiuso il 25/12 e il 1/1
Web: http://www.museoegizio.it/
http://www.museoegizio.org/
http://www.torinosette.it/arte_cultura/servizi/museoegizio.htm
http://www.nbts.it/torino/museo_egizio.htm
Prezzi: intero € 6,50, ridotto € 3 da 18 ai 25 anni gratuito per i minori di 18 e i maggiori di 65 anni
Visite guidate: Possibilità sabato e domenica ore 11.00 e ore 16.00 (da prenotare 1 giorno prima)

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Museo della sacra Sindone Il Museo della Sindone si trova nella cripta della chiesa del SS. Sudario di Torino.

La nuova sede, inaugurata nel 1998, è una cripta che si anima di affreschi virtuali sul tema della Passione di Gesù, proiettati da 15 macchine sulla volta e nelle nicchie, che lentamente ma continuamente mutano accompagnando il visitatore.

Il Museo nasce nel 1936, per ripercorre le tappe della storia del Lenzuolo e delle ricerche scientifiche che hanno indagato sulla sua immagine, raccogliendo i reperti conservati dalla Confraternita del SS. Sudario.

Il Museo propone al visitatore un'informazione completa sulle ricerche sindonologiche dal '500 ad oggi, cogliendo gli aspetti storici, scientifici, devozionali ed artistici.

La storia della ricerca scientifica inizia un secolo fa, nel 1898, e da allora ricercatori di varie discipline hanno tentato di "leggere" la Sindone e la sua immagine, per cercarne di svelarne i misteri.

Nel Museo sono esposte le lastre ufficiali delle riprese fotografiche effettuate nel 1898 da Secondo Pia e quelle scattate nel 1931 da Giuseppe Enrie.

Da esse presero il via tutte le indagini scientifiche successive, che vengono documentate nel museo, culminate nella stupefacente immagine tridimensionale del volto dell'Uomo della Sindone elaborata da Giovanni Tamburelli nel 1978.

Ampio spazio è dedicato ad ulteriori studi: sul tessuto e la sua tessitura, sulle microtracce, sulle indagini medico-legali, sulle impronte delle monete lasciate sul Lenzuolo, sull'analisi iconografica.

Di grande rilievo scientifico è la raccolta delle tele utilizzate dai ricercatori per spiegare in laboratorio la formazione dell'immagine sindonica, frutto degli esperimenti di Paul Vignon effettuati all'inizio del secolo, di G. Judica Cordiglia e R. Romanese negli anni '940, di S. Rodante negli anni '970-'990 e di P. Baima Bollone negli anni '980. Infine, quelle di V. Pesce Delfino, più volte invocate a favore dell'origine manufatta della Sindone, che tuttavia non esauriscono tutte le caratteristiche dell'immagine sindonica, a cominciare dalla inalterabilità nel tempo.

Una sezione particolare traccia la storia (quella ipotetica e quella certa) della Sindone e della sua venerazione, molto viva a Torino ed in Piemonte a partire dalla seconda metà del XV secolo, quando il Lenzuolo divenne proprietà di Casa Savoia.

Fulcro di tale venerazione, che si esplica nelle periodiche pubbliche Ostensioni (dal 12 agosto al 26 ottobre ogni anno), era, ed è, proprio la Confraternita del SS. Sudario.

Il Museo raccoglie anche oggetti particolari come la cassetta utilizzata per il trasporto definitivo della Sindone a Torino nel 1578 e quella, d'argento, che l'ha conservata a partire dalla fine del '500 fino al 1998, quando il Museo ha cambiato sede.

Il percorso espositivo è supportato da sistemi multimediali che permettono di comprendere meglio, tramite un approccio visivo, l'evolversi non solo delle ricerche scientifiche, ma soprattutto delle ricerche eidomatiche (l'eidomatica è l'informatica delle immagini) svolte sull'immagine tramite i sistemi informatici.

Il Museo è dotato, in fase sperimentale, di un percorso per non vedenti, frutto della collaborazione con l'Unione Italiana Ciechi-Sezione di Torino; inoltre, è stato pubblicato il libro Toccare la Sindone, in nero ed in braille, stampato in serigrafia con inchiostro trasparente a rilievo e corredato da un'audiocassetta. Il libro è funzionale alla visita al Museo ed alla conoscenza della Sindone.

Confraternita del SS. Sudario di Torino
Sede: via San Domenico 28, 10122, Torino
Info - Tel.: 011 4365832
Info - Fax: 011 4365832
Web: http://www.nbts.it/torino/sindone.htm
Orari: dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle ore 19; durante l'Ostensione, dal 12 agosto al 26 ottobre, dalle ore 9 alle 20.
Visita: è sempre guidata, inizia ogni 30 minuti e dura circa un'ora.
Prezzi: € 5,16 biglietto intero, € 4,13 ridotto

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Museo Nazionale dell'automobile Carlo Biscaretti di Ruffia L'idea di un museo dell'automobile fu lanciata nel 1932 da Cesare Goria Gatti e da Roberto Biscaretti di Ruffia, due pionieri dell'automobilismo italiano.

L'incarico di realizzare questo progetto fu affidato a Carlo Biscaretti di Ruffia e a Giuseppe di Miceli, allora direttore dell'Automobile Club di Torino, che nel 1933 organizzarono un'esposizione al salone di Milano.

Nel 1938 le vetture reperite vennero sistemate nei locali posti sotto le gradinate centrali dello stadio comunale. Considerando il grande valore storico e tecnico del patrimonio acquisito, nel 1956 le Fabbriche di Automobili e la famiglia Agnelli decisero di promuovere la costruzione di una sede permanente in corso Unità d'Italia.

Venne così costruito il Museo dell'Automobile di Torino che venne inaugurato il 3 novembre 1960 e Carlo Biscaretti di Ruffia ne divenne il primo Presidente. Nel corso della sua storia, il museo si è arricchito di nuove sezioni: dal Centro di Documentazione e la Biblioteca, che nel 1975 si sono notevolmente arricchiti di libri, documenti originali e fotografie, al Centro Congressi e la Sala Mostre Temporanee.

Il Museo dell'Automobile di Torino è l'unico Museo Nazionale nel suo genere in Italia ed offre al pubblico un secolo di locomozione raccontata attraverso le circa 280 vetture esposte.

Si tratta di una delle più grandi collezioni d'Europa e comprende veicoli di tutti i tipi: dalla replica del primo carro automuovente della storia, il carro d'artiglieria di Cugnot del 1769, ad un modello di vettura elettro-solare del 1990. Sono inoltre presenti dei modelli sportivi e delle vetture di serie, imponenti berline americane di rappresentanza e deliziosi calessini ancora sullo stile delle carrozze a cavalli, siluri da record e dragster americani, monoposto di F1 e vetture sportive, automobili elettriche, a vapore e con motore a scoppio.

Le vetture, appartenenti a 80 case automobilistiche diverse, provengono da Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Spagna, Polonia e USA. Tra le recenti acquisizioni del Museo figurano la Ferrari 246 F1, campione del mondo di F1 nel 1958 con Mike Hawthorne, una Lancia Flaminia presidenziale del 1961, donata al Museo dal presidente Ciampi e l'Alfa Romeo 155 V6 TI con cui Nicola Larini ha partecipato al Campionato Mondiale Turismo.

Sede: Corso Unità d'Italia 40, 10126 Torino
Info - Tel.: +39 011 677666
E-mail: info@museoauto.it
Web: http://www.museoauto.it/
http://www.nbts.it/torino/museo_automobile.htm
Orari: dalle ore 10.00 alle 18.30; giovedì fino alle 22.00; domenica fino alle 20.30; chiuso il lunedì
Prezzi: intero 5,5 euro; ridotto 4 euro; scolaresche 2 euro
arrivare: autobus: 34, 35 e 17/, tram 1 e 18

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Museo dell'artiglieria Il museo trova spazio nel Mastio, unico resto della cittadella fortificata.

Aperto nel 1731 da Carlo Emanuele III, è compendio ideale all'Armeria Reale: ripercorre infatti la storia delle armi dal XIV al XX secolo con pezzi rari da campo o portatili. Affacciata su piazza Castello, l'armeria è fra le più importanti d'Europa ed è in questi mesi oggetto di investimenti. Vi sono raccolte armi bianche, armi da fuoco e armature dal Medioevo all'Ottocento, e una ricca sezione è dedicata ai manufatti orientali.

Straordinaria la Galleria del Beaumont, il pittore che affrescò la volta con le "Storie di Enea" (1738-43 e 1764). Tra gli oggetti in esposizione, l'armatura di Diego Felipe Guzman.

Sede: Corso Galileo Ferraris 0 (zero), 10121, Torino
Info - Tel.: +39 0115629223 (sede)
Info - Tel.: +39 011882000 (Segreteria via Fontanesi 7, 10153 Torino)
Info - Fax.: +39 011882000 (Segreteria)
E-mail: informazioni@artiglieria.org
Web: www.artiglieria.org
http://www.artito.arti.beniculturali.it
Orari: martedì e venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00.

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Il Museo di Arti Decorative Pietro Accorsi Il Museo di Arti Decorative della Fondazione Accorsi, inaugurato il 3 dicembre 1999, nasce dal ricco lascito di Pietro Accorsi (Torino 1891-1982), uno dei più importanti antiquari europei del XX secolo.

Il "sogno del '700" di Pietro Accorsi rappresenta nella prima metà del secolo un'alternativa rispetto all'interesse dominante in tutta Europa e negli Stati Uniti per il Medio Evo ed il Rinascimento.

L'originalità della sua visione sta nel fatto che egli non ama i fondi oro o i cassoni dipinti, ma l'opulenza delle sete e dei broccati, le decorazioni rococò e le linee rette del neoclassicismo.

Le sue case offrivano un'intelligente interpretazione del gusto settecentesco, in cui i mobili d'epoca venivano sistemati in un contesto ricostruito e ridisegnato.

Questo museo è stato quindi concepito nel rispetto del gusto di Accorsi come una casa abitata, un susseguirsi di ambienti di straordinaria ricchezza, da cui il proprietario sembra appena uscito e dove mobili, tappeti, arazzi, oggetti, quadri ricreano le atmosfere del '700. Il percorso espositivo è composto da 27 sale e ospita migliaia di oggetti prevalentemente del '700. Legni, maioliche, ma soprattutto porcellane, di cui Accorsi era appassionato collezionista,

ad esempio lo spettacolare servizio in porcellana di Frankenthal di 160 pezzi.

Completano il percorso di visita quadri importanti, come una serie di sei cacce dipinte da Vittorio Amedeo Cignaroli (1730-1800), i Piaceri della vita campestre, variante del celebre dipinto di François Boucher ora al Louvre.

Una collezione da vedere, ascoltare, sentire, toccare: si tengono visite guidate quotidiane, visite a tema, visite per le scuole di ogni ordine e grado, per le associazioni culturali, cicli di conferenze, incontri con esperti, concerti di musica classica dedicati al '700 (di cui si realizzano anche cd), serate teatrali, mostre temporanee di interesse internazionale, corsi di storia dell'arte o corsi di formazione per insegnanti.

È da sottolineare anche l'impegno dell'istituzione nei confronti delle persone disabili: il museo è dotato di percorsi per portatori di handicap, ad esempio nell'aprile 2002 è stato inaugurato il percorso tattile permanente per non vedenti in collaborazione con l'Unione Italiana Ciechi, e nel maggio 2002 sono state realizzate visite guidate per non udenti in collaborazione con l'Ente Nazionale Sordomuti di Torino.

Inoltre, il sito internet si presenta in una versione che tiene conto anche delle esigenze dei non vedenti e ipovedenti.

Un museo dunque aperto a tutti, proprio come voleva Pietro Accorsi.

L'8 maggio 2003 il Presidente della Repubblica Ciampi ha conferito a questa Istituzione la Medaglia ai Benemeriti della Cultura e dell'Arte.

Sede: Via Po 55, 10124, Torino
Info - Tel.: +39 011 812 91 16
Info - Fax: +39 011 815 07 70
E-mail: info@fondazioneaccorsi.it
Web: http://www.fondazioneaccorsi.it/
http://www.nbts.it/torino/torino_accorsi.htm
Orari: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 20.00; giovedì dalle 10.00 alle 23.00; lunedì chiuso
visite esclusivamente guidate della durata di un'ora, su prenotazione visite in inglese e francese
Prezzi: museo o mostra: € 6,50 intero, € 5,00 ridotto
museo e mostra: € 8,00 intero, € 6,50 ridotto
biglietto scuole: € 3,00
biglietto itinerari culturali (minimo 20 persone): € 4,50

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Museo dell'Antichità Il Museo dell'Antichità, inserito nel verde dei Giardini Reali, è composta da padiglioni che propongono un ideale viaggio a ritroso nel tempo, per conoscere da vicino le numerose e sorprendenti testimonianze del Piemonte antico, a partire dai celebri argenti del Tesoro di Marengo.

Le Orangerie del Palazzo, le collezioni archeologiche raccolte dai Savoia a partire dal XVI secolo, costituiscono un'eccezionale occasione di apprezzare culture e civiltà del passato.

Sono di prossima aperture le sale dedicate alla storia della città di Torino, affacciate sui resti del teatro romano.

Sede: via XX settembre 88C, Torino
Info - Tel.: 011 / 5211106
Info - Fax: 011 / 5213145
Web: www.museoantichita.it
E-mail: info@museoarcheologico.it

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Museo civico di arte antica Punto di riferimento per l'arte piemontese innestato a Palazzo Madama. La collezione propone pittura, scultura e arti decorative con un occhio di riguardo alle produzioni piemontesi tra il Medioevo e il Settecento.

Pezzo forte: Ritratto d'uomo di Antonello da Messina. Al momento è chiuso per restauri.

Sede: Palazzo Madama, piazza Castello
Info - Tel.: +39 011 4429912
Web: http://www.palazzomadama.it

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Museo Nazionale del Risorgimento Italiano

Sede: Palazzo Carignano, Via Accademia delle Scienze 5, 10123 Torino
Info - Tel.: +39 011 56 21 147
Info - Fax: +39 011 56 46 95
E-mail: risorgimento.to@libero.it
Web: http://www.regione.piemonte.it/cultura/risorgimento/
come arrivare: autobus: 61, 55, 72, 72 / tram: 13, 15, 18
(il museo si trova all'interno della Zona della Città a Traffico limitato, per cui il traffico è vietato alle automobili private dalle 7.30 alle 10.30; nelle vicinanze ci sono numerosi parcheggi a pagamento, pubblici e privati)
Orari: martedì - domenica: ore 9.00 - 19.00; l'emissione dei biglietti d'ingresso termina alle 18:00; il Museo è accessibile ai portatori di handicap ed è attrezzato per le visite dei non vedenti.
Prezzi: intero € 5, ridotto € 3,50
Scuole Medie Superiori € 2,50
Scuole Medie Inferiori € 1,50
Riduzioni: oltre 65 anni, fra i 10 e i 18 anni, studenti universitario non oltre 26 anni, i Soci delle Associazioni culturali individuate e riconosciute dal Consiglio Direttivo, i gruppi di visitatori di numero superiore alle 25 unità, previa prenotazione.
Ingresso gratuito: i Direttori e i Conservatori dei Musei italiani e stranieri, nonché i funzionari del Ministero dei Beni Culturali, le guide turistiche regolarmente autorizzate all'esercizio della professione, i Soci delle Associazioni, riconosciute dal Consiglio Direttivo, con funzioni di sostegno e promozione del Museo, un accompagnatore per ciascun gruppo ù e gli accompagnatori dei disabili non autosufficienti, i minori di 10 anni, i militari in servizio di leva e gli obiettori di coscienza in servizio civile.

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Museo Martini di Storia dell'Enologia Il Museo di Storia dell'Enologia nasce nel 1961, dall'idea di Lando Rossi di Montelera di dedicare un museo al vino. Le sale del museo sono state ricavate dalle cantine originali della palazzina tardo settecentesca, sede dei primi stabilimenti della Martini<Rossi. Sono oltre 600 i pezzi esposti: un excursus sul vino dal primo millennio a.C. fino al secolo scorso.

Sede: Via Piazza Luigi Rossi 1, Pessione di Chieri (TO)
Info - Tel.: +39 011 94191
Info - Fax: +39 011 9419324

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Armeria Reale L'Armeria Reale di Torino è una delle più ricche collezioni di armi del mondo. Carlo Alberto di Savoia la inaugurò nel 1837, e conserva ancora numerosi tipi di armi bianche e da fuoco e armature. Pregevoli le armi medievali, numerosi gli esemplari del '500 e del '600, molte le armi da fuoco, le armi e i cimeli napoleonici e le armature appartenute ai sovrani sabaudi. Fanno parte del Museo lo Scalone di Benedetto Alfieri (1740), la Rotonda (1842), la Galleria Beaumont (1733) e il Medagliere (1839).

Sede: Piazza Castello 191, Torino
Info - Tel.: 011 5184358
Info - Fax: 011 51 88 063
Web: www.artito.arti.beniculturali.it
E-mail: artito@artito.arti.beniculturali.it

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Museo Civico Pietro Micca e dell'Assedio di Torino Il Museo Pietro Micca è dedicato al patriota che contribuì in modo decisivo a fermare l'assedio francese del 1706 inoltre, sorge su un'area che corrisponde, approssimativamente, al centro del fronte d'attacco nemico. Aperto nel 1961 ospita plastici, stampe e cimeli dell'epoca. Di grande interesse e spettacolarità è l'itinerario sotterraneo dei cunicoli di contro-mina illuminati dalle lanterne d'un tempo.

Sede: Via F. Gucciardini 7a, Torino
Info - Tel.: +39 011 546317
Info - Fax: +39 011 5069382
Web: www.comune.torino.it/musei/civici/pietromicca

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Castello Cavour di Santena, Fondazione "Camillo Cavour" Il Castello Cavour di Santena è un complesso monumentale comprendente il castello (casa-museo che appartenne alle famiglie Cavour, Alfieri di Sostegno, Visconti Venosta), la Sala Diplomatica, il Parco, la tomba dei Cavour e la Torre è gestito dalla Fondazione Cavour. Il Castello è poi circondato da un parco all'inglese, ideato da Xavier Kurten. Le sale dei fabbricati settecenteschi sono state restaurate e sono destinate ad eventi culturali e mostre.

Sede: Piazza Visconti Venosta 2, Santena (TO)
Info - Tel.: +39 011 94 92 578
Info - Fax: +39 011 / 597373

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Museo Regionale di Scienze Naturali Istituito nel 1978, il Museo Regionale di Scienze Naturali è ospitato nell'edificio seicentesco che fu sede dell'Ospedale San Giovanni Battista. Riunisce collezioni di botanica, entomologia, geologia, mineralogia, petrografia, paleontologia e zoologia, in parte provenienti dai Musei universitari e in parte frutto di nuove acquisizioni. Sede di numerose mostre, è anche dotato di una biblioteca specialistica aperta al pubblico.

Sede: Via Giolitti 36, Torino
Info - Tel.: +39 011 4326354
Info - Fax: +39 011 43207301
Web: www.regione.piemonte.it/museoscienzenaturali
E-mail: museo.mrsn@regione.piemonte.it

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Museo di Storia Naturale Don Bosco Fondato da Don Bosco nel 1878, con l'acquisto di una collezione zoologica per l'Istituto Valsalice, il Museo fu ed è tuttora arricchito con materiale proveniente da tutto il mondo, in particolare dalle Missioni Salesiane. Accanto ad una serie di strumenti scientifici dei secoli XIX e XX, vi è la maggiore esposizione mineralogica del Piemonte, di 5.000 campioni circa. Sono esposti inoltre fossili, animali, erbari e una documentazione di culture presenti e passate, soprattutto dell'America Latina.

Sede: Viale E. Thovez 37, Torino
Info - Tel.: +39 011 6601066
Info - Fax: +39 011 6300605
Web: www.liceovalsalice.it/museo
E-mail: museo@liceovalsalice.it

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Museo della Radio e della Televisione L'unicità di questa collezione museale risiede nel suo essere collezione RAI, strettamente e inscindibilmente collegata al patrimonio degli archivi e della storia aziendale. Il primo progetto per la realizzazione di un Museo della Radio con sede a Torino, città culla della radiofonia italiana, risale al 1939. Il materiale raccolto, ordinato e catalogato, ammonta a circa 1500 cimeli e comprende documenti, incisioni e apparati tecnico-professionali di grande interesse.

Sede: Via G. Verdi 16, Centro di Produzione RAI di Torino
Info - Tel.: +39 011 8104486
Info - Fax: +39 011 8126696
E-mail: museo-rai@rai.it

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Museo di Antropologia ed Etnografia Le origini del Museo, pur raccogliendo raccolte precedenti, risalgono al 1923. Nel 1936 venne trasferito nell'attuale sede e dal 1961 è di proprietà dell'Università. Tra il materiale espositivo numerose collezioni di studio primatologiche, antropologiche, paletnologiche ed etnografiche che annoverano reperti di qualità eccezionale.

Sede: Via Accademia Albertina 17, Torino
Info - Tel.: +39 011 6704707
Info - Fax: +39 011 6704732
Web: http://www.museounito.it/antropologia/
E-mail: museo.antropologia@unito.it

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Museo della Marionetta Un mondo di curiosità in miniatura, sospeso tra gioco e magia del teatro: è il regno delle marionette che trova sede nel Teatro-Museo Gianduja. La pregevole raccolta della famiglia Lupi, accumulata nei 200 anni della sua attività, annovera oltre 5000 pezzi tra cui centinaia di marionette, arredi e costumi dell'800.

Sede: Via Santa Teresa 5, Torino
Info - Tel.: +39 011 530238

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