Sacra Sindone di Torino
La Sindone di Torino, nota anche come Sacra o Santa Sindone, è un lenzuolo funerario di lino, giallo ocra, conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l'immagine di un uomo che porta segni di maltrattamenti e torture compatibili con quelli descritti nella Passione di Gesu'.
STORIA DELLA SINDONE
La Sindone, probabilmente l'oggetto più studiato al mondo da ogni branca possibile del sapere (storia, chimica, numismatica, palinologia, archeologia, informatica ecc.) è custodita nel Duomo di Torino dal 1578.
Secondo diverse analisi scientifiche la reliquia risale al Medioevo, probabilmente un falso costruito manualmente. La tesi scientifica è contenuta in questo articolo di Mariano Tomatis in cui si fa riferimento, in particolare, alle analisi del radiocarbonio:
"La datazione al radiocarbonio eseguita sul tessuto in tre laboratori di fama internazionale nel 1988 ha determinato che il lenzuolo risale al XIV secolo e, di conseguenza, non può che essere un artefatto
....
Lo stesso cardinale Ballestrero, che nel 1988 seguì le prove di radiodatazione, dimostrò di accettare e adeguarsi ai risultati del test: "Penso non sia il caso di mettere in dubbio i risultati. E nemmeno il caso di rivendere le bucce agli scienziati se il loro responso non quadra con le ragioni del cuore".
Accanto al lavoro condotto da scienziati "scettici" (o imparziali?), tuttavia, esiste l'intensa attività di un gruppo di sindonologi decisi, contro ogni evidenza, a dimostrare l'autenticità
del telo. Le "scoperte" di costoro, tuttavia, dimostrano più un incrollabile bisogno di credere alle "ragioni del cuore" che alle evidenze sperimentali. Tipico il caso delle impronte di
"monetine" di epoca romana che alcuni, come i sindonologi Baima Bollone e Nello Balossino, sostengono di vedere sul lenzuolo e che, a detta di costoro, confermerebbero che il telo risalirebbe
veramente al I secolo. Inutile dire che per i sindonologi le conclusioni ottenute con l'analisi al Carbonio-14 sarebbero sbagliate. Al di là del fatto che un falsario del 1300 avrebbe potuto
benissimo lasciare delle impronte di monete romane sul telo per renderlo più credibile, la cosa più importante da rilevare è che tali impronte sono frutto dell'interpretazione di chi le vuole
vedere. Luigi Gonella, fisico del Politecnico di Torino e consulente scientifico del cardinale Ballestrero, troncò ogni polemica: "Quella della Sindone è un'immagine il cui dettaglio più
piccolo, macchie di sangue escluse, è di mezzo centimetro.
Come le labbra. Appare quindi molto, molto incongruente che esistano dei dettagli dell'ordine di decimi di millimetro come le
lettere sulle monete. Ma si sa: a forza di ingrandire, si finisce a vedere anche quello che non c'è.
Sono soltanto loro, i cosiddetti sindonologi a scagliarsi contro il Carbonio-14.
Nel campo scientifico, fisico, chimico, non c'è nessuno che abbia il minimo dubbio. Nemmeno io. Il sudario risale al medioevo".
MUSEO DELLA SINDONE
Nonostante le affermazioni della Scienza, però, la Sindone continua ad attrarre curiosi di tutto il mondo.
IL MUSEO DELLA SINDONE si compone essenzialmente di due sezioni parallele allestite nella cripta della Chiesa del SS. Sudario, una a carattere scientifico e l'altra con una connotazione storica. Nella prima vengono proposti documenti, immagini 3D, microtracce e tessuti, frutto di esperimenti volti a spiegare l'immagine sul telo.
Nella seconda si possono invece ammirare la cassetta in cui la Sindone giunse a Torino nel 1578 e la cinquecentesca teca in argento che l'ha custodita fino al 1998. La visita si conclude nella Chiesa del SS. Sudario, dov'è conservata la perfetta riproduzione della Sindone, la sola ancora visibile al pubblico a Torino.
Vi è un percorso anche per i non vedenti con tabelle tattili e oggetti da esplorare con le mani.
L'ultima ostensione, che avvenne in Mondovisione, è stata il 30 Marzo 2013.